Condizioni della Romagna. 7é9 dei feudatari raggiungevano in Venezia alti prezzi. In alcuni luoghi anche altri prodotti avevano grande fama, così la canapa di Cesena ed Imola, il guado di Forlì, Bertinoro e Forlimpopoli, che serve per i colori bleu e verde, l’olio di Rimini. Il bestiame superava il bisogno. Il mare dava pesce svariato; in Rimini, Porto Cesenatico e Cervia, si coltivavano anche le ostriche. Non mancava neppure selvaggina, specialmente nella celebre pineta presso Ravenna; e sarebbe stata più abbondante, se fossero esistite proibizioni di caccia. Molto redditizio era l’introito del sale in Cervia. A causa della ricchezza naturale della loro regione, i romagnoli non si occupavano quasi affatto in imprese industriali; faceva un’eccezione solo la fabbricazione di maioliche in Faenza. Ghi-slieri cercò di introdurre in Forlì ed in Fano la fabbricazione della lana. Le entrate della provincia ascendevano a 122,899, le spese a 9321 scudi.1 Sventuratamente a questa regione così riccamente favorita, mancava un buon porto naturale. La direzione del governo della Romagna trovavasi nelle mani di un presidente, il quale presentava le sue relazioni su tutti gli affari più importanti al papa ed al collegio prelatizio (Consulta) messo a fianco del cardinale Filippo Boncompagni, Il presidente aveva una guardia speciale, che era formata di svizzeri. Egli stava al disopra anche dei feudatari e godeva della precedenza anche dinanzi ai vescovi, poiché egli rappresentava la persona del papa. Per le questioni criminali e civili egli aveva speciali rappresentanti. Al presidente andavano tutte le relazioni degli impiegati subalterni, dei quali i principali erano i governatori delle singole città nominati con breve pontificio. Le persone della Magistratura venivano elette dai cittadini stessi di mezzo a loro. Essi nominavansi a Ravenna savii, a Rimini consoli, a Faenza e Cervia anziani, a Cesena e Forlì conservatori, ad Imola gonfalonieri e consiglieri, a Bertinoro consoli ed anziani. I loro consigli venivan tenuti alla presenza del governatore. Il giudice della città veniva scelto dalla serie dei cittadini. Solo ad Imola e Cesena non veniva chiamato a questo posto alcuno del luogo, poiché uno di questi nelle contese private non lo tenevano capace della necessaria imparzialità. Ghislieri rende alla popolazione della Romagna l’attestato, che essa in genere sia assolutamente devota alla Santa Sede, poiché si sa apprezzare la mitezza del regime pontificio.2 Sebbene le con- 1 Delle « entrate » enumera Ghislieri il « sussidio triennale » con 44,000, i sali ('°n 20.500 scudi. Lo stipendio del presidente ammonta a « 1200 scudi, che sono 11 i moneta 1380». I «governatori delle citta principali» ricevevano annualmente 828 scu