758 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 11. L’arcivescovo come il vice-re riferirono al papa su l’opera colma di abnegazione dei missionari presso gli spagnuoli, gli indigeni e i negri. Gli anni della peste 1575, 1576 i Gesuiti si distinsero ugualmente come gli altri Ordini. Per poter influire su gli indigeni, essi si dettero premura, come i loro predecessori, i Francescani e i Domenicani, di imparare la diffìcile lingua messicana. Gli indiani esaltavano particolarmente il completo disinteresse dei Gesuiti, che respingevano doni, facevano ricche elemosine ed anche riscattavano carcerati per debiti. Da ogni parte accorrevano gli indiani a loro; i malati furono spesso portati lontano nei conventi dei Gesuiti perchè potessero ricevere i sacramenti. Nel Messico sorse una congregazione Mariana, che fu unita a quella romana. Nelle città di porto i Gesuiti si presero cura del bene corporale e spirituale del miscuglio di popoli che là insieme affluivano. L’arcivescovo del Messico, Pedro Moya de Contreras, lasciò nel 1582 una splendida testimonianza della loro instancabile opera come pastori e come insegnanti.1 Alla fine del pontificato di Gregorio XIII, la compagnia di Gesù possedeva nel Messico otto case con 150 religiosi, su i cui risultati, incredibilmente copiosi, gli annali del-l’Ordine ci comunicano interessanti particolarità.2 Nel Perù la missione dei Gesuiti era cominciata già nel 1568.3 Anche qui essi si indirizzarono dapprima alla nuova capitale Lima ed all’antica città del sole Cuzco. Senza trascurare gli Spagnuoli, essi si dedicarono con zelo particolare alla popolazione indigena. La chiesa del collegio in Cuzco consisteva di due parti, l’una per gli Spagnuoli e l’altra per gli Indiani. Il rettore del collegio in Cuzco, l’eccellente Giovanni de Zuniga (f 1577) si avanzò sino nelle parti più inospitali delle Ande. Per poter però svolgere un’azione efficace nella regione, era necessaria la cognizione, per quanto possibile, delle numerose lingue indiane. Per tanto i primi missionari gesuiti si dedicarono tosto con tutto l’ardore ad imparare i dialetti molto difficili. Il domenicano Domenico di San Tomaso aveva composto la prima grammatica della lingua qui-chua.4 II gesuita Alonzo Barzana sembrò possedesse il carisma del dono delle lingue.5 Venuto nel 1569 nel Perù, dapprima si fermò in Lima, quindi nell’alto Perù, l’odierna Bolivia, dove imparò la lingua Puquina, e di là seguì i conquistatori nelle valli orientali delle Ande, dove ugualmente si addomesticò nelle lingue 1 Vedi Astrain III, 14S s. 2 ¡Cfr. Lift. ann. 1581, p. 135 ; 1584, p. 305 ; 1585, p. 179 s. ; Artrais IV, 33S s. s Cfr. per eif> che segue oltre Sacchinus IV, 35 s., 66 s., 100 s., 132, 1’ • 171, 210, 250, V, 66, 108 la Lift, ann. 1582, p. 27^ ss., 1584, p. 2S6 s. ; AstraiN HI. 151 s., IV, 506 s. * Vedi Daklmann, Sprachkunde 70. Cfr. L. Paz, La Dnacrsidad de « Capital de los Charcas, ¡Sucre 1914, 49 s. 5 Cfr. Sacchinus IV, 6S.