530 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 9. riforma del clero secondo le intenzioni del concilio di Trento.1 Così con l’animo più sollevato potè mettersi in viaggio verso Friburgo accompagnato da Pietro Canisio e da un altro gesuita. Poiché quelli di Berna si erano prima lamentati che il nunzio girava sempre attorno alla loro città, seguì questa volta la strada di Berna. Ma egli si vide esposto ivi al suo arrivo a volga)-: offese da parte della plebaglia, nonostante fosse accompagnai e da una persona al servizio della città di Lucerna.2 A Friburgo, dove passò la più gran parte del dicembre, rimosse felicemente ; ultime difficoltà circa la fondazione di un collegio dei Gesuiti, a cui, in forza dell’autorizzazione pontifìcia furono assegnati i beni della decaduta abbazia Premostratense di Marsen.3 Bonhomini presentò i due padri al Consiglio con le parole : « Uomini di Friburgo, voi qui avete ora una pietra preziosa che dovete ravvolgere nella bambagia, conservarla dentro una custodia di seta e, come una cosa sacra trattarla con particolare venerazione ».4 Al principio del 1581, Bonhomini si recò nella sua diocesi di Vercelli, donde nel maggio si affrettò di andare a Coira per dirigere l’elezione del vescovo, dalla quale uscì eletto il 3 giugno Pietro Rascher.6 Egli sapeva fin d’allora che dopo questo suo atto la sua nunziatura svizzera avrebbe fine. Fu decisivo nella dei* r-minazione del papa il contegno in conclusione nient’affatto energico, che i Cantoni cattolici tennero circa l’avvenimento di Et ma, contrario al diritto delle genti, che in Roma aveva impressionato vivamente.6 La nunziatura della Svizzera doveva restare >er qualche tempo sprovvista, affinchè ivi si imparasse ad apprezzar meglio la presenza di un rappresentante della Santa Sede. Bonhomini tornò ora nella sua diocesi di Vercelli, pure non gli fu concesso di dedicarvisi più a lungo, poiché già nell’agosto il papa gli affidò con le espressioni della massima fiducia la visita della diocesi di Novara. Mentre vi si preparava, il 16 settembre 1581 seguì la sua nomina di nunzio alla corte imperiale come successore di Ottavio di Santa Croce, morto improvvisamente.1 i Vedi Segesser, Rcchtsgesch. von Luzern IV, 452 s.; Steffens-Bein: >i-1T II, 546 s. i 2 Mayer I, 280 s. Steffens-Reinhardt II, 554 s. 3 Cfr. Büchi nei Freib. Geschicktsblättem 1897; Duiir I, 226 s. Intoni1' a Pietro Michael della Slesia, il distinto rettore del collegio dei Gesuiti -li iri-burgo, v. oltre Dtthr loc. cit. Kaxin nei Freib. Geschieht■■»blättern 1901. * Vedi Riess, Petrus Canisius 473. 5 Vedi Mayeb, Geschichte des lìistums Chur II, 174 s. 6 Cfr. il breve dell’ll febbraio 1581, in Archiv f-ür Schweiz. Kirchcngcach. II, 57. i Vedi Ehses-Meister, Nuntiaturberichte I, xxis. Cfr. Hürbin II, 247. 8 Vedi ibid. xxix-xxx. Dopo la partenza di Bonhomini i pili importali'* affari della Svizzera li riebbe Ninguarda, v. Mater I, 223 s. ; Zeitschrift ßr Schweiz. Kirchengesch. X, 209 s. Su S. Croce cfr. Hansen I, 302, II lxvi.