Guglielmo di Orange contro gli Spaguuoli. 403 caduti a Gorkum nelle mani dei Gueux.1 Con una persecuzione dei cattolici di questa guisa, sorgeva per l’Orange il pericolo di perdere nella lotta contro la Spagna le provincie meridionali quasi interamente cattoliche. Egli voleva perciò, accanto al Calvinismo tollerare intanto anche l’esercizio del culto cattolico, di-iegno, il cui realizzamento urtava contro gli ostacoli più gravi di fronte al fanatismo dei Calvinisti. Poiché questi formavano il più sicuro aiuto di Orange, egli nell’ottobre 1573 entrò formalmente nella loro Chiesa. Per motivi politici però anche adesso egli non volle l’immediata soppressione del culto cattolico, ma in principio soltanto la divisione delle Chiese e dei beni ecclesia-stiri. fra protestanti e cattolici. Egli provocò con ciò le esplosioni d'ira dei pastori calvinisti i quali lo designarono per un ateo, ed esternarono che il principe mutava la professione di fede come un abito, che si preoccupava solo dello Stato, e che adorava l’utile come suo Dio.2 I no statista che con tanta scaltrezza traeva vantaggio di tutte le circostanze, doveva diventare per Filippo II un nemico sommamente pericoloso. Che Alba avesse lavorato a solo vantaggio dell’Orange, al momento in cui Gregorio XIII saliva al trono, appariva chiaro a chiunque vi poneva attenzione. La ferrea dittatura militare del duca, e il sistema tributario che minacciava di rovina la nazione ricca di commercio e d’industria, avevano por».¡.to al principio del 1572 alla sollevazione dell’Olanda e della Zelanda. Alba restò in principio padrone del campo, non potè però piegare le città dell’Olanda. Questo cattivo esito e le lagnanze, che venivano da ogni parte, scossero la fiducia di Filippo II, il quale, spaventato delle .¿iraordinarie spese della guerra, finalmente decise di cambiare ii governatore. Allorché il 18 dicembre 1573 il duca lasciò i Paesi Bassi, si attribuì a lui ripetuta-mente l’intiera responsabilità della catastrofe scoppiata nel tempo del suo governo. L’odio, che la sua opprimente signorìa aveva provocato, colpiva non solo l’autorità del re di Spagna, ma anche 'a Chiesa cattolica. Il vescovo di Namur più tardi giudicava, che Alba in sette o otto anni aveva recato più danno alla religione che tutt’insieme Lutero, Calvino e i suoi complici.3 Questa ' Vedi G. Estius, Hist. Marti/rum Gore., Douai HV03 ; Ada Sanot. Iulii II Holzwarth II 2, 25s., 47 s.; Katholick 1867, II 253 s., 457 s., 579ss. ; Ikuix in Verspreide Geschriften II 277 s. ; Meuffels, Les martyrs de Gorcum, laris 1908. G. Hesse, De Martelaren van Roermond, Sittard 1911; cfr. Anal. U',U XXXVIII (1920) 447 s. - Vedi Pibettne IV, 49 s., 143, 185. Ancora nel 1578, nei possedimenti di '■unge in Breda, con grande indignazione dei Calvinisti fu celebrata la messa ; I'Kzold, Briefe des Pfalzgrafen Joh. Casimir I, München 1882, 326. ^edi Gachard, Actes des États-Généraux I, Bruxelles 1861, 256.