La musica uell’Oratorio. 127 quindi seguiva una pia lettura che Filippo commentava e svolgeva frammettendo osservazioni. Talvolta egli pregava anche alcuni dei presenti di esprimere il loro pensiero ed allora l’adunanza veniva proseguita per circa un’ora in forma di conversazione. Seguivano tre discorsi di mezz’ora il cui oggetto toglievasi dalla vita dei santi, dalla sacra Scrittura, e dai Padri della Chiesa o dalla storia ecclesiastica; il canto e una piccola preghiera formavano la chiusura. E « quando questa disposizione fu stabilita ed approvata dal Papa, prosegue il Baronio, sembrò come se i bei tempi dei primi cristiani, con le loro adunanze apostoliche fossero rivissuti adattati alle condizioni del momento ». Che del resto le adunanze dell’Oratorio facessero straordinaria impressione ci viene testimoniato altrimenti : un pellegrino del 1578 assicura che quelle adunanze gli avevano dato maggiore godimento e sollievo che le altre bellezze dell’eterna città.1 L’importanza dell’ Oratorio per la rinnovazione morale di Roma consistette particolarmente in ciò, che un numero eletto di secolari pii e di cospicua intelligenza2 vennero ammaestrati sulla vita interiore e sulla profonda conoscenza del cristianesimo, i quali poi, ciascuno nella sua cerchia, diffusero lo spirito avuto da Filippo e lo misero in valore. È un apostolato laicale che istituì san Filippo ; l’Oratorio doveva servire come ¡strumento per portare i suoi pensieri in più vasti strati del popolo. Nei giorni festivi poi si allargava la cerchia degli uditori oltre quella degl’intervenuti alle adunanze comuni. Nel pomeriggio aveva luogo nell’Oratorio un solo discorso, quindi si andava all’aperto, nella stagione buona sull’altura di S. Onofrio, tanto amata anche da Torquato Tasso, dove uno splendido panorama di Roma e delle montagne d’intorno rallegra l’occhio,3 ovvero a villa Mattei, donde si gode una veduta della Campagna non meno bella. 4 Al principio dei grandi calori Filippo sceglieva per queste adunanze una Chiesa; ciascuno poteva prendervi parte, e Filippo si sforzava di attirarvene molti. Il più delle volte faceva tenere un breve discorso da un fanciullo, che non di rado faceva più profonda impressione che la parola del più esperto predicatore. Le pause fra i discorsi 1 Vedi Capecelatro I, 396 ; Tacchi Venturi I, 260. Cfr. la lettera di Giovenale Ancina del 28 maggio 1576 presso Babnabeo c. 7, n. 91 ; Aota Sanct. n. 535 ; Sonzonio 1. 1, c. 14, u. 8, p. 61. 2 « Qui ardentiori studio christianam vitam excolerent » (Baronitts loc. citi. Cfr. Tacchi Venturi I, 26.3. Filippo ai frequentatori abituali dell’Oratorio imponeva gravi obblighi; cfr. Galeonio n. 32; Aota Scmct. n. 467. 3 Un anfiteatro con gradini per sederai presso -S. Onofrio anche oggi viene indicato come il luogo dove Filippo raccoglieva i suoi discepoli. 4 Un’iscrizione su di un banco all’angolo sud della villa indica il luogo, «dove Filippo con li suoi parlava di cose celesti». La figura in Kerr, Pippo ritirino 78.