206 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 4. forma.1 La redazione finale, secondo tutte le apparenze, fu opera del gesuita Clavio che più tardi con parecchi scritti la difese accuratamente.2 La commissione, che il 17 marzo aveva conchiuso un punto principale, cioè fissato al 21 marzo l’equinozio di primavera, nella festa dell’Esaltazione della Croce, 14 settembre 1580, compì la sua finale relazione per il papa.3 Gregorio fu per un procedimento celere,4 ed anche la commissione condivise il suo parere. Differenti circostanze, fra le altre una lunga malattia del cardinale Sirleto, portarono uno spiacevole ritardo. Il progetto primitivo, d’introdurre la riforma del calendario già nel 1581, dovette perciò essere abbandonato. Sembrò che il desiderio di trattare prima col patriarca di Costantinopoli sull’accettazione del calendario, avrebbe portato seco un nuovo ritardo : fortunatamente la commissione non vi accondiscese.5 Nel febbraio 1582 Antonio Giglio, per incarico del Sirleto, si recò dal papa, che dimorava a Mondragone,6 e questi il 24 dello stesso mese sottoscrisse la bolla riguardante la riforma del calendario. 7 In questo atto8 abbozzato dal Sirleto,9 che venne pub- 1 Vedi Schmid III, 394, V, 67. 2 Intorno a Clavio cfr. De Bäcker I, 1291 s. ; Janssen-Pastor VII 13-14, 329; A11 g. Deutsche Biographie IV, 298 s. ; Cantor, Geschichte der Mathematik II. Leipzig T892, 512s.; Valensise, Nella terza ricorrenza (v. più sotto p. 212, n. 3) 2(1 s. ; Baean VI, 611. Clemente Vili nella sua bolla del 17 marzo -1603 (Hagen loc. cit. 50) designa il Clavio per principale autore della riforma. Sul professore di Padova Moleto, clie fu un avversario della riforma rappresentata dal Giglio, e dal Clavio, v. Duchesse, Un document relatif ù la reforme du calendrler, Paris 1911. 3 Edita in Kaltenbrunner, Beiträge 48-54. * Vedi « Audienze del card. Santorl» al 28 aprile 1580, Archivio segreto pontificio. s Vedi Kaltenbrunner, Beiträge 21 ; Schmid, Kalenderreform III, 407, V, 71. Cfr. anche P. Tiepolo ¡presso Mutinelli I, 133 s. Il 10 ottobre 15S0 Ode-scalchi * informava da Roma sull’accettazione per parte dei principi del « nuovo lunario con la riforma dell’anno»; l’accettazione era ancora stata rimandata, poiché si desiderava la risposta di tutti i principi, e sperava che anche « gli infedeli» lo accettassero; Archivio Gonzaga in Mantova. Col nome di «infedeli » s’intende certo i Giapponesi. Seb. Werro nel maggio 1581 avvertì il papa su la necessità di una pronta correzione del calendario; cfr. sopra p. 34. » Vedi Schmid loc. cit. Ili, 407. 7 La sottoscrizione fu conosciuta nello stesso giorno in Roma : un * Avviso di là del 24 febbraio 15S2 comunica ; « Presto vi vedrà in luce una bella riso-lutione per la riforma let brevità del anno» ecc. Urli. 1050, p. 65; Biblioteca Vaticana. * Edito in Glavius, Calend. Gregor., Romae 1603, 15 s. e in Bull. Rom. Vili, 386 s., qui però con un errore nella data (v. Nisius in Zeitschrift für kathol. Theol. 1901, 14 s.). In Bull. Rom. Ili, 390 vedi anche la Declaratio in data 7 novembre 15S2 : « super observatione calend. nuper editi pro illis qui de mense octobris 1582 illud servare non coeperunt ». Cfr. Aretin, Max I, 310 ss. » La minuta nel * Cod. Vat. 7003, p. 432, Biblioteca Vaticana.