Il Sacro Collegio. Santori, Crivelli, Paleotto, Carafa.1 La mutata tendenza dei tempi l’influenza dell’esempio dato dal papa si dimostra anche nel modo di vivere e nel contegno dei restanti cardinali. Gli esercizi spirituali, che introdusse un uomo come Santori, trovarono subito l’imi-i azione presso i colleghi.2 Dello stesso Marco Sittich, che lungamente aveva ceduto a tendenze mondane, ci viene comunicato nel 1582, che egli ora conduce una vita molto pia e che giornal-nente dedica due o tre ore alla preghiera.3 La cambiata tendenza dei tempi si mostrò anche nel modo di vivere dei due cardinali oriundi di case principesche, Alessandro ’arnese e Ferdinando de’ Medici.4 Essi, assieme all’amico del Tasso Ippolito d’Este morto il primo dicembre 1572, costruttore della famosissima5 villa in Tivoli“ che con le sue cascate, cale, grotte, tante volte celebrarono poeti e pittori, e con il cardinale Gambara, proprietario della sontuosa villa Lante presso Viterbo,7 erano i più ricchi del Sacro Collegio come i più intelligenti nell’arte. La corte di Farnese constava di 277 persone.8 Non 1 Cfr. in App. n. 14, la * relazione del 1574, Biblioteca Corsini in Koma. 2 Vedi Santori, Autobiografia XIII, 153. 3 Vedi * Avviso di Roma dell'll agosto 1582, Urli. 1050, p. 287, Biblioteca Va tic an a. * * « Il card. Farnese tutto dedito alle opere pie si è sgravato per questo anno della spesa dei suoi cani xier impiegarla a beneficio de’ poveri cresciuti a migliaia». Avviso di Roma del 2 aprile 1583, Uri). 1051, p. 151, Biblioteca Vaticana. Più ampie notizie in Ciaconius III, 560 s. 5 Cfr. l’informazione di Cusano III, 560 s. 6 Sulla villa d’Este, che condusse a termine Ippolito figlio di Luigi, v. Gnauth-Paultjs nella Alle/. Bauzeit uns/ 1867 ; O. Brioschi, Villa d’Este in Tivoli (con alcune parole di introduzione di Hülben). Roma 1889; Seni, La riila il'Este, memorie storiche tratte da documenti, Koma 1902; Gothbh I, 268 s. ; Patzak nella Zeitschrift für bildende Kunst N. F. XVII, (1906), 51 s., 117 s. Asbby nel ¡periodico di Londra Arduicolonia LXI (1906), 1, 219 s. Una descrizione di Villa d’Este in Tivoli in Ottob. 1888, p. 35 s. della Biblioteca Vaticana. Cfr. inoltre * Descrittione di Tivoli et del giardino del card, di Ferrara nel Ood. 0750, p. 429-401. Biblioteca di Corte in Vienna. Intorno ad Kste quale rivale di Farnese v. la relazione negli Atti della Soc. LUjure XI.II, 863. Ai funerali di Este furon composti i seguenti versi : Roma tibi debet multum, Ferrarla multum; Sed plus Tiburte debet amata loraus. * Relazione di Francisco de Jlendoza del 13 decembre 1572, Archivio di Stato di Vienna; jV. Pacifici in Atti e Meni. d. Hoc. Tìburtina di Storia ci^ Arte I (1921), 58 s., Annali e Meni, di Tivoli li Giov. Batt. Zappi a cura di v- Pacifici, Tivoli (1920), 55s.; Sul card. Ipp. «Este quale mecenate dei dotti, '• Cian in Giornale d. Lett. Ital., LXXVIII, 165 s. 7 Cfr. Percieb-Fontaine, Maisons de plaisance (1809), 55; Dtjrm nella Zeitschrift für bildende Kunst XI (1876), 292 s.; Gothein I, 284 s.; ¡Strygowski in Sfrena Helbigiana, Lipsia 1900. 8 Vedi il * Rotolo della famiglia del card. Farnese, Barb. 5366, p. 2.V, s. Biblioteca Vaticana. Con questi documenti si comprende finalmente l’edificio di Caprarola con il suo * « Piano dei prelati, nobili, dei cavalieri, de’ staffieri». Su Farnese come amatore d’arte e le sue raccolte di antichità cfr. ora Xv\ enne, Palais Farnese. Paris 1912, 615 ss., 645 ss.