■528 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 9. In seguito alle lagnanze, particolarmente da parte dei monasteri della Turgovia, come delle difficoltà alle quali Bonhomini nel conferimento dei benefici aveva urtato di fronte ai governi dei Cantoni cattolici si era diffusa intorno a lui una fama molto sfavorevole, che abbntreió anche quei di Lucerna, i quali credettero che si fosse avuto per loro poco riguardo. Bonhomini spiegò e difese la sua condotta e spumo le armi all’opposizione con la dichiarazione che nell’avvenire prima di pubblicare gli editti li porterebbe a conoscenza dei Cantoni. Voglia ih, per ciò essi aiutarlo nella punizione dei sacerdoti colpevoli.1 In seguito Bonhomini fu tenuto molto occupato dalla lotta fra il vescovo di Coira, Beato della Porta, e i suoi aspri avversari. Il suo contegno in questa occasione mostra quanto poco corrispondesse a verità l’immagine che gli avversari del nunzio si erano formata di lui come di un ardente meridionale. Mancando la speranza di comporre per la via del diritto le questioni fra il vescovo ed i suoi avversari e di muovere la Lega della Casa di Dio a riconoscere tutti i diritti del presule di Coira, Bonhomini sostenne il principio, che per la salvezza della diocesi conveniva fare grandi concessioni nelle questioni economiche. Poiché in Coira, così egli scriveva, non è il diritto che decide le cose, ma la forza. -Inoltre insistette perchè Beato della Porta prendesse la sua residenza a Coira. Nelle trattative con Beato a Fiirstenburg in Val Venosta il vescovo si rifiutò di tornare a Coira. Bonhomini ottenne solo una rinunzia nelle mani del papa da tenersi in principio segreta, quindi si recò ad Innsbruck dall’arciduca Ferdinando, e poscia a Brescia per un colloquio con Carlo Borromeo. Dietro il suo consiglio, dopo la convocazione di un sinodo diocesano nella sua diocesi di Vercelli, egli intraprese un viaggio a Roma, per informarvi personalmente il papa e il cardinale segretario di Stato su gli affari di Coira come sugli altri della Svizzera. Nel giugno era di nuovo a Coirà, dove egli impedì un’ulteriore azione della Lega della Casa di Dio col comunicare l’eventuale rinunzia del vescovo. Quindi si recò a Baden alla dieta federale, dove rivolse ai rappresentanti dei sette Cantoni la raccomandazione, di attuare finalmente le riforme del clero secolare e regolare da lui là proposte. 3 Il diffìcile negozio di Coira causò nel luglio e nell’agosto nuovi e faticosi viaggi, senza che però si ottenesse un risultato. Un conforto per il nunzio fu di trovare in Lucerna una disposizione più favorevole per la riforma. A Friburgo egli rimosse tutte le difficoltà circa la fondazione, da lungo tempo da lui sostenuta con ar- i Vedi Mayer, Konzil von Trient I, 261 s. ; Steffens-Reiniiardt II, 43 s-Ili'urin II, 247. - Vedi Steffens-Reinhardt I, 634, II, xx. s Vedi ibid. II, xxi s.