910 Appendice. Estimò in tutto il pontificato assai per la sua integrità il cardinale Contarello, liuomo anche di gran valore et fedele. Si valse del Garniglia in molte cose di riforma et d’altri sacerdoti, con li quali conferiva cose che non soleva dire ad altri, et si domesticò assai col card. Borromeo, ad istanza del quale faceva molte cose et gli credeva portandogli anche un rispetto incredibile per non dire riverenza, et soffriva che il cardinale gli dicesse tutto quello che voleva sopra le cose pubbliche et private di S. Stà medesima ». Ma neanche gli errori di Gregorio XIII tace Speciani: Egli osserva in proposito così: <( Essendosi detto molto delle virtù di questo buon pontefice, sarà conveniente cosa dire dei suoi defetti, sebene non erano molti, perchè ove è gran virtù, difficilmente ponno stare difetti d’importanza. Egli fu un poco rustico nel trattare, di che alcuni principi si lamentavano non compiendo esso con certa creanza, che si suole usare tra principi grandi, et so io che bisognò fare qualche scusa, la quale era facilmente accettata, sapendosi nel resto la bontà et buona inten-tione del Papa. Era parimente sospettoso alle volte, dubitandosi d’esser ingannato da quelli che trattavano seco, etiam che fossero persone da bene, et questo avveniva per esser' egli stato lungamente giudice et provato la malitia dei procuratori et altri negotianti, che ingannavano il più delle volte per ottenere quello che desideravano dalli giudici, se non lo ponno havere per via retta. Se gl’ oppone ancora la troppa facilità di perdonare ai tristi, il che credo che non si doveria attribuire a male parte, perchè le viscere del principe et massime ecclesiastico devono essere tenerissime, et per questo li s. canoni così severamente proliibiscono che li chierici non s’iniromettino in modo alcuno in queste materie come cose che repugnano alla mitezza che conviene che sia nelle persone ecclesiastiche. È ben vero che queste materie non si doveriano referire al Papa, ma ad altri deputati da lui sopra la giustitia, la quale è necessaria che si faccia, chi vuole tener la republica quieta, altrimente nascono di quei disordini et tumulti che si viddero al tempo di questo pontefice in Roma, ove conviene che la giustitia sia esecutiva et più diligente che altrove per reprimere li malfattori, li quali hanno sempre grandissima et prossima speranza del perdono, se non dal presente pontefice almeno dal fut.uro per le spesse mutationi che si veggono, et da qua vennero le disgrafie grandi che furono in tutto lo stato ecclesiastico de latrocini! et fuorusciti, sebene alle volte questi casi pare che venghino più dalla mala dispositione de tempi o delle persone che da negligenza de superiori, poiché si vede, che anche ove la giustizia è rigorosa, a certi tempi compaiono incursioni di banditi che fanno mali incredibili, li quali forse anche permette il Signore pe giusta punitione de popoli, li quali per il più sono poco amici della giustitia et di quelli che hanno cura di farla, cercando mezzi con diligenze iniqui di ricoprire li malfattori