502 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 9. cato Blarer ¡fino dal suo primo incontro nel 1576, e non invano era intervenuto per lui. Anche presso l’altri vescovi, con cui e"! parlò nello stesso anno, le sue esortazioni non furono intieramente vane. Poiché dopo la sua visita a Blarer in Porrentruy, Portia si era rivolto a Besanzone e al ritorno s’incontrò con Giovanni von Manderscheid,1 vescovo di Strasburgo, in Dachstein, dove il vescovo si era costruita una splendida dimora. Comunemente Giovanni si tratteneva a Zabern; Strasburgo era per lui chiusa; Portia stesso credeva di dover temere della propria vita qualora vi si recasse.2 Nella città intieramente protestante la messa cattolica era ancora tollerata, solo, a porte chiuse, in clue o tre monasteri di monache tini, alla loro morte.3 Dei 24 canonici sei o otto restavano pur tuttavia ancora in Strasburgo,4 i restanti passavano nella città annualmente circa (> settimane, per poter avere le ricche rendite dei loro posti.5 II rapitolo cattedrale di Strasburgo era formato soltanto di tigli di principi, conti, baroni, ed era considerato come il più distinto della Germania; al tempo della visita di Portia, aveva per membri i tìgli del duca di Sassonia-Lauenburg, di deve e di Holstein. I canonici erano intiera-mente secolarizzati, e andavano pure nel costume dei nobili del laicato; nuovi membri venivano accettati ad arbitrio con la sola conferma ilei preposto. Portia avrebbe perciò veduto volentieri che si stabilisse come condizione per l’accettazione il fare la professione di fede, ma di fronte a così distinti signori non azzardava il vescovo tali richieste. Giovanni von Manderscheid ricevè dai suoi contemporanei la testimonianza di una vita pura e di amore verso la Chiesa ;7 al nunzio sembrò molto gentile, regolato, prudente, operoso, intelligente, ma bramoso di onori.8 Portia raccomandò al vescovo il seminario, la visita e il sinodo; Giovanni Manderscheid mostrò al riguardo la sua buona volontà, rilevò però vivamente le difficolta della sua condizione. Nessuna diocesi in Germania era caduta cosi in basso come la sua, e nessuna inoltre eravi più ricca di privilegi e di libertà, che si erano cambiate in dissolutezza. Nonostante il lungo riflettere egli non aveva trovato alcun mezzo, per risol- 1 K. Hahn. Dir kirehUchen Reformbestrebumjen er la quale si anche il cardinale Ottone Truelisess (cfr. la sua »lettera a Manderscli1'- 2 luglio 15459 con proscritto autografo, Archivio dipartimentale di ^ ‘ . burgo) il vescovo la ricevette solo il 26 giugno 1573. Schwarz. Groppi1 8 Portia il 23 febbraio 1576, loc. cit. 355.