38 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo I. cattedra di san Pietro, la sua generosità non conobbe limiti. La bella espressione di una sua moneta: « Dio è l’amore »,1 stava sempre avanti ai suoi occhi. Cesare Speciani giudica, che da Gregorio il Grande, nessun altro papa aveva fatto tanto per i poveri e bisognosi di ogni genere.2 Grandi e piccoli, vedove ed orfanelli, sopratutto le giovani da marito, quindi ecclesiastici, secolari e regolari, dotti, ebrei convertiti, pie istituzioni, particolarmente istituti di educazione e monti di pietà furono da lui signorilmente sovvenuti.3 Su la condizione dei poveri ammalati egli s’informò personalmente nel primo anno del suo governo, visitando i principali ospedali di Roma. Più tardi li fece regolarmente visitare da altri.4 Quando nel 1580 la peste imperversò in Avignone, il papa vi portò soccorsi in ogni maniera.5 Ai nuovi vescovi, che gli facevano visita di ossequio, egli non raccomandava nulla così insistentemente come l’esercizio delle opere di carità fraterna, che Dio compensa in questa come nella vita futura.e Come il suo antecessore, anch’egli consacrò somme rilevanti per i cristiani caduti in prigionia.7 In maniera del tutto speciale egli s’interessò degli orientali, particolarmente dei perseguitati cipriotti e dei cattolici esiliati per la loro fede dall’Inghilterra, dalla Scozia e dall’Irlanda.s « Il precetto dell’amore che il Signore ha tanto 1 Vedi Serafini, Monete II (1912) 30. 2 Vedi le sue note in Archivio Boncompagni in Roma. Ofr. inoltre Ciappi 32 s., 36 s. e Montaigne I, 224-225. s Nei * libri dei conti della tesoreria segreta, prima nell’Archivio di Stato in Roma, ora nell’Archivio segreto pontificio, ripetutamente ritornano spese caritative ; particolarmente con frequenza son ricordati neofiti, povere vergognose, e ragazze povere da maritarsi con doti. Cfr. le * Note di Speciani e di P. Giovali. Bruno * « Alcune cose degne d’esser notate della f. m. di Gregorio XIII. Archivio Boncompagni in Roma. Tamiua (Il 8. Monte di Pietà in Roma 1900, 75) ricorda Gregorio XIII come il più grande benefattore del Monte di Pietà. Su l’ospizio dei poveri in Roma vedi sotto capitolo XII. * Vedi le * Note del card. Galli, Archivio Boncompagni in Roma. s Cfr. Farneby, Hist. du eonté Venaissain et d’Avignon II, 228. e Vedi le * Note di C. Speciani, Archivio Boncompagni in Roma. ' Ciò avvenne particolarmente nel 1575 ; v. * Note del card. Galli, loc. cit. Nei »libri di conti (prima nell’Archivio di Stato in Roma, ora nell’Archivio segreto pontificio) vedonsi spesso 100 scudi per un prigioniero. Secondo 1’* Avviso di Roma del 23 gennaio 1585, donò il papa all’arciconfra-ternita del Gonfalone 3000 scudi per la liberazione di schiavi cristiani e promise allo stesso scopo di lasciare 6000 scudi degli introiti annuali (Uri). 1053, p. 41, Biblioteca Vaticana). Come Gregorio XIII si interessasse in Venezia per la liberazione dei cristiani caduti nelle mani dei Turchi cfr. * Nunziatura di Venezia XIII, XIV passim, Archivio segreto pontificio. Vedi anche Botero. Relazione III, 156. s Vedi le * Note di Taverna * quella del Vescovo di Bergamo, Cornaro e * del card. Galli Archivio Boncompagni in Roma. Cfr. anche Corpo dipi. Portug. X. 473. A Morone inviò Gregorio XIII il 22 ottobre 1573 * « 500 scudi