468 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 9. Ninguarda trovò fra i Minori osservanti di Monaco « quasi tutto in buono stato».1 Ancora migliori elogi li ricevettero i Francescani di Landslmt;2 il superiore era un oratore molto buono e di grande van taggio per la città.s Solo si lamentavano i Francescani di Monaco e di Landsliut degli arbitri del commissario generale Nas. 4 In altri casi i guasti non erano così grandi e dipendevano più dalla difficoltà dei tempi che dalla cattiva volontà. Presso gli Agostiniani conventuali di Monaco l’ufficiatura era tenuta accuratamente; ma nel monastero mancava il superiore, poiché non si sapeva come dare un sostituto al priore morto di recente; mancava per i giovani religiosi un maestro di grammatica, e un vero maestro dei novizi. Contro le disposizioni di Pio Y, in caso di malattia le donne strette da parentela avevano accesso nel monastero, i novizi non si confessavano abbastanza spesso, il monastero era indebitato. Ninguarda pensava di chiedere al generale degli Agostiniani le energie di cui si difettava, per la l'innovazione della vita religiosa di inviare due dei più giovani monaci in Italia, e per i debiti chiedere l’aiuto del duca.0 Il monastero dei Domenicani di Landsliut soffriva principalmente per la sua povertà; la maggior parte dei monaci erano spesso fuori del chiostro e per procurarsi il sostentamento i novizi non potevano dedicarsi intieramenU' allo studio ed alla vita spirituale, nè il maestro dei novizi intieramente al suo ufficio; la chiesa e il monastero minacciavano rovina.6 Ninguarda cercò aiutarli, col chiedere al duca di devolvere ai Domenicani parte dell’entrate del deserto monastero benedettino di Biburg e di qualche altro chiostro.7 II priore, il quale per ignoranza commetteva errori, ne uscì con una forte ammonizione.8 In generale Alberto Y poteva gloriarsi che dai monasteri della Baviera le peggiori cose fossero rimosse, e che in complesso non si stesse così male.9 Al contrario Ninguarda trovò in Batisbona condizioni dolori,se. Nel monastero degli Scotti, presso i Minori Conventuali, e presso i Domenicani vi eran più solo uno o due monaci, dagli Agostiniani erano caduti il tetto e i muri, la chiesa rassomigliava più ad una stalla clic ad una casa di Dio, due laici Italiani che abitavano fra le mura dirute in costume secolaresco, e si guadagnavano con il commercio il loro ne 1 SCHELLHASS lOC. CÌt. 61. 2 « Hoc monasterium est buie civitati laudi et commodo maximo». Ibid. 2o(l 3 Ibid. 257, 258, cfr. 64. Morone nella sua visita a Landshut, 1576, trovò ivi un confortante fiorire della vita cattolica. Nuntiaturbericlite II, 45. 4 Schellhass loc. ait. 248, 257. 'Cfr. su Nas ed i Francescani tedeschi Schwabz, Gropper 320 s. s Schellhass loc. cit. I, 62, 249 s., 251 ss., 253 ss. II, 88, 248. « Ibid. I, 255. 7 Ibid. 260. s Schellhass, Akten I, 64. 9 « Effectum quoque est Suae Celsitudinis pietate, ut quae graviora atque enormiora iis in loeis eonspicerentur, statim sint correda et sublata, i“1 j1' Bavardca monasteria, quantum quidem per temporum borum impedirne^ omnino potuit, non ita turpla aut scandalosa hucusque apparuerint ». berto V il 24 dicembre 1574, Nuntiaturberichte IV, 338 s. i i» Schellhass loc. cit. I, 69-73, II, 62 s.