Invio di sacerdoti in Svezia - La nuova liturgia di Giovanni III. 697 nione sotto ambe due le speci. Gregorio XIII fece rispondere con sommo riguardo quanto alla forma, ma con fermezza nella sostanza, che il re Giovanni, con l’invio di una missione per ubbidienza, dovesse prima mettere in chiaro la serietà delle sue intenzioni, che solo allora si potrà decidere su la sua domanda. Ferrari intanto aveva fatto presentare alla curia per mezzo di un intermediario, il progetto di appoggiare la Spagna contro gl’insorti neerlandesi con una squadra svedese. Ciò portò all’invio del gesuita Stanislao Warszewicki nella Svezia, che ivi si presentò come inviato della principessa Anna di Polonia. Sebbene lo scopo particolare di questa missione, come pure i colloqui del gesuita con il re su la questione religiosa, non ebbero alcun risultato, pure p mezzo delle relazioni di Warszewicki si giunse in Roma per la prima volta pienamente in chiaro su le condizioni svedesi. Oramai non poteva esserci alcun dubbio, che i tentativi di riavvicinamento di Giovanni avevano la loro unica base nel fatto, che egli cercava di ottenere l’appoggio del papa nella questione elettiva di Polonia e nella questione dell’eredità di sua moglie. Inoltre si apprese, che l’attaccamento all’antica fede in Svezia non era ancora affatto estinto, e che la regina Caterina era pronta ad appoggiare missionari cattolici.1 Dapprima fu inviato in Svezia un prete secolare di nome Fiorenzo Feyt ed il norvegese Lauritz Nilsson, tornato alla fede nel 1563 a Lovanio, ed entrato poi nell’ordine dei gesuiti. Per comando del re dovettero entrambi nascondere la loro particolarità di preti cattolici, per potere così meglio lavorare.2 Nilsson fondò a Stoccolma una scuola e conquistò un numero di giovani svedesi, che dovevano poi trovare la loro ulteriore formazione nel collegio germanico in Roma. 8 1 Vedi Biaudet I, 277 s., 281 s.. 292 s., 332; Kabttunhw, Potsevino 82 s. ; Theiner, Schweden I, 432 s., II, 270 s., 323; Gkitra¡ II, 220 s. IVattaccamento del popolo all’antica Chiesa si dimostrava in Svezia come In Finlandia particolarmente nell'osservanza dei digiuni, della preghiera per i defunti, e della ’■(■nerazione della Madonna, il che Possevlno fa particolarmente risaltare nella sua « Seconda relazione delle cose pertinenti alla cognizione dello stato pre-w lite del regno di Suetia ». Questa relazione destinata a Gregorio XIII fu pubblicata da C. Bullo (Il viaggio di il. Piero Querini e le relazioni della república Veneta, colla Suezia, Venezia 1881, 73 s.), però non soddisfa, come dimostrò Thomas (SitzungsbericUte der JMnch. Akadentie, Phil.-Hixt. hlasne 1882, I. 3, 358). A Thomas come a Bullo è sfuggito che della relazione già era stata seguita nel 1870 una buona edizione da P. Ferrato: Relazione sul regno di Suezia da A. Possevino, Firenze 1870. e che essa in latino in una forma leggermente variata si trovava gift in Theiner, Ann. II, 278 s. f^fr. anche Ilint. ’¡idakrift I, cxs. 2 Vedi Kart-tunen 85 s. Su Lauritz Nilsson (Laurentius Norvegus), in Svezia detto comunemente Klosterlasse, cfr. Karttunen 91 s. e A. Brande i n, Klosterlasae, Kristiania 1S95; Perger, Jesuitenpateren Lauri tu Nielssen, naalcaldt Klonterlas»e, Kristania 1896. Biaudet, sventuratamente morto tropi» presto, pre-Parava su L. Nilsson una monografia. 3 Cfr. Steiniiuber I2, 353 s. ; Braunsbercer. Cuniniua 255.