S98 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 9. non si fa nulla per affrontare questo pericolo. È inutile la lotta teoretica contro l’indipendenza se fsi concede senza contestazione ai seguaci ili Lutero ed anche a quelli di Calvino ammissione nei fallitoli cattedrali Nel tribunale supremo che è di tanta importanza per la decisione delle ■questioni religiose, penetrano sempre più assessori protestanti, mentre gli stessi principi ecclesiastici nominavano persone sospette. I vescovi trascurano pure la sorveglianza spirituale dei cattolici delle città libere, che ogni giorno più cadono in mano dei novatori. Nonostante questa condizione spaventevole, nessuno pensa a sanare gli abusi, a difendere la causa comune. L'indifferenza e confusione dei cattolici sta in aperto contrasto con l’attività degli avversari. A proposito del fatto del vice-domino Hoffmann, contro cui il vescovo di Bamberga non voleva procedere, Madruzzo illustrò pure il grave inconvenienti; che alcuni vescovi non prestassero al papa la dovuta obbedienza. Egli lamentò anche, che spesso le funzioni episcopali e le consuetudini ecclesiastiche venissero così trascurate che il popolo si abituava alla loro mancanza. tTn severo ammonimento agli astanti di pensare ai provvedimenti da prendersi e l'assicurazione che la Santa Sede non avrebbe mancato del suo concorso, costituì la fme del discorso. Sebbene il duca di Baviera appoggiasse caldamente l’esposizione penetrante di Madruzzo, i principi ecclesiastici perdettero in lunghe discussioni un tempo prezioso per trattare. « Io sono sempre senza risposta alle mie osservazioni — scriveva Madruzzo a Boma —. Si discute su quelle, e si ammette il bisogno di un rimedio, ma il male è così pi i'fondamente radicato, che ogni tentativo per guarirlo mette l’intiero corpo in terribile irritazione. Tutti riconoscono i danni loro arrecati, ma non osano che lamentarsi con inutili sospiri ».1 Dopoché gli Stati cattolici il 30 agosto ebbero presentato le loro lagnanze contro i protestanti,2 Madruzzo potè sperarne uno simile da parie dei principi ecclesiastici, ma questi gli dettero finalmente il 3 settembre una risposta al suo discorso, che assieme ad una giustificazione circa i rimproveri fatti a loro, conteneva sì testimonianze di devozione per il papa e buone promesse per l’avvenire, ma neppure una sillaba che volessero far valere dinnanzi alla dieta i lamenti dei cattolici e la loro pretesa alla restituzione dei beni perduti dalla Chiesa.3 Ciò del resto era anche troppo tardivo, poiché i principi ecclesiastici avevano procrastinato la risposta sino al momento in cui si preparavano a lasciare la dieta. Madruzzo si fermò là alcuni giorni dopo la chiusura della dieta <20 'settembre).4 Nella sua udienza di commiato da Rodolfo II, il 23 set- 1 Vedi Nuntiaturbericlite II, 526, cfr. 524, 530, 532. 2 Vedi Lehmann I, 208 ; Haheblik XII, 331 s. 3 Vedi Bezold I, n. 399. * Bonhomini restò ancora per 4 giorni, e quindi ritornò a A ienna. egli riprese di nuovo la sua opera di restaurazione, proseguendo la visita ti l’Ungheria e della iSlavonia (v. Ehses-Meister I, xxxi). G. Malaspina già lasciato Augusta al 16 settembre per giungere in tempo a Graz alla « regionale convocata dall’arciduca Carlo per la fine dell’anno; egli v0'<ì'a_.!-)| come Madruzzo ne dava comunicazione a Roma ( N un ti attiri) eri eh te, 1 •