366 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 7. tutti i Cattolici dal più semplice monaco su su sino al papa, da parte degli Ugonotti ; poiché, dopo i Turchi, la Chiesa cattolica non aveva nemici più sinistri e sanguinari dei Calvinisti. Ciascuno in Roma conosceva le crudeltà che da anni essi avevano compiuto in Francia e nei Paesi Bassi, mentre, non appena avuto in mano il potere, derubavano sistematicamente i Cattolici facoltosi, saccheggiavano o distruggevano le superbe cattedrali, profanavano le tombe, pestavano sotto i piedi le ostie consacrate, 0 le gettavano per nutrimento ai cavalli, violavano monache inermi e uccidevano numerosi preti e religiosi. Quello che solo una crudeltà bestiale poteva immaginare di strazi venivan compiuti con i Cattolici, solo perchè volevano restar fedeli alla loro fede; sepolti vivi, cotti nelPolio bollente, lingue strappate, sventrati vivi e ancora cose più orrende. Erano giunte in Roma ugualmente notizie fededegne di caccie che venivano compiute, per esempio, in Béarn contro sacerdoti cattolici, quasi fossero fiere, come pure del precipizio presso Saint-Séver, in cui i Calvinisti avevano gettato 200 preti cattolici.1 Una fine di questa furia non poteva ancora prevedersi. Proprio in agosto giunse in Roma la notizia del lento supplizio ¿lei martiri di Gorkum. Se avessero trionfato Coligny e i suoi compagni, in tal caso sarebbe stata finita con la fede cattolica in Francia e nei Paesi Bassi e migliaia di preti minacciati di morte sicura. Ma una Francia protestante, su questo si era persu -i, attaccherebbe anche l’Italia, in particolare lo Stato Pontificio, e la persona stessa del papa non verrebbe risparmiata. Lutero nel 1545 nel suo scritto «contro il Papato fondato in Roma dal diavolo», aveva esortato ad attaccare con tutte le armi il papa, 1 cardinali e l’intero «cancro della Sodoma Romana», e di ;a-vare le mani nel loro sangue.2 II teologo di Iena, Matteo Judex, 1 Cfr. Poyed avant, Hist. d. troubles de Béarn I. Pau 1820, 381; Picot I. 16 s., 18s.; Métti, de Claude Haton p. p. Bourquelot II, Paris, 1857, 65!) : R. de Boysson, L'invaswn calviniste en Bas-Limousin etc.. Paris 1920: H.- ■ -taux, Hist, de la Nation française, VI (Goyau, Hist. Religieuse), Paris 356 ss. t’na informazione protestante sugli atti sanguinari (lei calvinisti a Vìn^'S 1567 in Hello, La St.-Barthélémy, Paris 1901, 21 s. ; Rouquette, Les St.- Barthélémy calviniste, Paris 1906; AtruN, L'échec de la Réforme en France u11 16' siècle. Paris 1918, 31 s. Gli esempi qui addotti dimostrano, che il terrore die spargevano i calvinisti non era inferiore a quello della notte di S. Bartolom« Tutto ciò naturalmente non scusa le crudeltà del 21 agosto 1572. le renile però spiegabili. In una * relazione latina sulla notte di S. Bartolomeo (in dam III Non. Oct. 1572, Archivio Graziani a Città di Castello) viene particolarmente rilevato, che l'ira del popolo era diventata così grande, perche gli l'gonotti avevano danneggiato talmente la nazione, ed avevano compili^ tante mostruosità. L’archivista L. le Grand, prepara una pubblicazione 'ì* documenti: Le» épreuves de VÉglise de France pendant les guerres de religion. Recueil de documents tirés des Archives du clergé de France. - Cfr. Paulus, Protestantismus und Toleranz 20 s.