84 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 2. attirerebbe la grave scomunica maggiore riservata al papa; così pure i superiori che lasciassero far ciò.1 La maggior parte degli ordinamenti di riforma emanati da Gregorio XIII anche sugli Ordini religiosi, sono suggerite dal concilio di Trento, o sono l’ulteriore attuazione delle decisioni tridentine dalle quali questo papa come il suo predecessore si dimostrarono un difensore e un appoggio. Naturalmente anche al zelantissimo Pio V non fu possibile di sviluppare dapertutto una nuova vita; il suo successore dovette muovere aspri rimproveri, che gli ordinamenti di riforma dei religiosi, nella sede apostolica, non fossero eseguiti.2 Però ad altre associazioni religiose potè il papa esprimere alta riconoscenza ; così ai Serviti che « giornalmente fecero molto lavoro nella vigna del Signore colla parola e con l’esempio, coi digiuni e con la preghiera».3 Alle Benedettine di Perugia,4 agli Eremiti delle boscose solitudini di Camaldoli, la cui austerità e zelo avevano fatto grande impressione al papa stesso in una visita precedente.6 Agli Agostiniani fece elogi Gregorio XIII per il loro zelo nel predicare e per le opere di carità, ; solo volle che cercassero abbandonare la brama esagerata e non del tutto pura, con cui troppi fra loro tenevano dietro al conseguimento dei gradi teologici ; presto si avrebbero più maestri che discepoli e fuori degli illustri dottori di teologia, non resterebbe più nessuno a disposizione degli uffici comuni dell’Ordine.7 L’ opera di riforma della sede pontificia trovò spesso un’ eco da parte degli Ordini stessi. Alla rinnovazione dei Francescani si consacrò con grande zelo il generale dell’ ordine, Francesco Gonzaga, morto vescovo di Mantova nel 1620, nella cui elezione alla somma dignità del proprio ordine, ebbero parte importante il nunzio francese, come anche lo stesso papa. Quasi subito dopo la sua elevazione, nel 1579, emanò una severa circolare, nella quale egli chiamava responsabili i superiori della decadenza della disciplina dell’Ordine, e li invitava a compiacere i fratelli deside- 1 Bull. Rom. Vili, 113 s. Bull. Casin. Venetiis 1650, 232. Anche alle ospiti secolari dei monasteri era necessario un permesso pontificio per uscire ; v. Rett-mont. Beiträge IV, 258. Su la riforma dei monasteri di claustrali in Napoli per opera del papa, ci ‘informa P. Strozzi, 25 maggio 1577, Archivio Gonzaga in Mantova. Nelle chiese dei monasteri di monache vietò Gregorio XIII ogni musica rappresentativa ; v. Civ. Catt. 1918, II, 518. 2 Ai Canonici regolari del SS. Salvatore il 23 marzo 1574, 16 dicembre 1579 e 18 novembre 1580. Bull, Rom.. Vili, 62, 313, 359. a 20 aprile 1578, ibid. 205. 4 8 luglio 1579, ibid. 287. 5 « Quae omnia non solum ab aliis saepe audivimus, sed etiam nostris oculis aliquando vidimus ». Breve del 4 gennaio 1585, ibid. 505. s Al 5 settembre 1572, ibid. 13 ; al 5 settembre 1579, Theiner 1579, n. 34. (Ili, 42). ' Breve del 5 giugno 1583, Bull. Rom. Vili, 422.