Indipendenza del papa. 43 temente onorati; chi però dette loro un’autorità assoluta come Paolo Tiepolo e Corraro errò assai. La grande indipendenza, con cui Gregorio XIII amò governare si manifesta sopratutto nella sua elezione dei cardinali. Egli soleva prepararla senza interrogare alcuno.1 Questo principio egli 10 tenne durante tutto il suo governo. Dell’ultima nomina, ch’egli propose nel decembre 1583 ci viene riferito, che essa avvenne del tutto improvvisa; nessuno ne aveva avuto prima alcuna notizia, nè Galli, nè Farnese, nè i nepoti ; non vennero mai richiesti, contro la consuetudine, i voti dei cardinali malati.2 Che Galli non potesse in alcun modo tutto, si dimostra anche altrimenti. Allorché 11 papa nella primavera del 1580 si propose l’invio di un legato di pace in Portogallo, il Galli si adoperò a non farlo assolutamente, per riguardo alla Spagna. Gregorio XIII rispose che sarebbe una vergogna, di non far niente e quindi destare il sospetto che egli non si preoccupasse della questione della successione portoghese. Il papa ebbe così poco riguardo all’opinione di Galli, che egli affrettò con tutta energia l’invio del legato.3 Non ostante la grande fiducia che Gregorio XIII ebbe per il suo segretario di Stato e per il suo Datario, nella trattazione degli affari ordinari, egli pure ne curava tutte le particolarità. Tutte le notizie dei nunzi le leggeva egli stesso e nel loro ritorno venivano interrogati personalmente e richiesti di redigere una relazione. Ciò lo attesta nientemeno il Cardinal Galli.4 Se il papa si riservò la suprema direzione, ciò si dovette anche al fatto che il suo segretario di Stato per quanto diligente egli fosse, non sempre si dimostrò all’altezza del suo incarico. La volontà del Galli spesso non era così energica, il suo occhio non sempre così acuto, come quello del suo Signore,5 il quale con tanta celerità si famigliarizzò 1 Vedi la * relazione di Odeecalchi data da Iioma, 16 maggio lfi79. Archivio Gonzaga in Mantova; efr. più oltre, capitolo II. 2 * « La promotione è stata talmente repentina che si dice per cosa ferma che ne il S. Giacomo ne il card, di Como ne gli altri doi nipoti l’hanno saputa et non si è mandato a casa dei cardinali infermi che erano Savello, Altemps et Este a pigliare il suo parere prout erat de more antiquamente et modernamente et Farnese non ha anco saputo prima cosa alcuna». Lettera di Ode-scalchi del 12 dicembre 1583, Archivio Go'nzaga in Mantova. 3 Vedi Philippson. QranveUa 165. 4 Vedi le ‘Memorie di Galli, Archivio Boncompagni in Roma. 5 Chiaramente si dimostrò ciò nelle trattative degli affari di Svizzera (v. Reirhardt-Steffens p. ccoxlvii), ancora pili chiaramente nel suo memoriale su la Germania. Stieciani nelle sue * note fa giustamente risaltare l'occhio acuto tli Gregorio XIII (Archivio Boncompagni in Roma). Che la lettera di Galli a Filippo II riportata da Torne (p. 134) con le sue espressioni di venerazione non persuada, « que le Cardinal s’est livré ¡ì Espagne » lo accentua giustamente Friedenburg nell’Hist. Zeitschrift Oli, 129. Un * Avviso di Roma del 23 luglio 1575 partecipa che Galli aggravato dal peso dei negozi si voglia ritirare, e che come suo successore sarà nominato Guasta villani. Uri. lOJfJ/, p. 497, Biblioteca Vaticana.