2 Introduzione. Gli avversari del cattolicismo avevano raggiunto i loro risultati, non per altro, che per l’irrisolutezza, la mediocrità e il disordine dei cattolici. Ora fu ben altro. Tornò di nuovo fra loro il sentimento di unione, la fiducia nelle proprie forze e 1’ avvedutezza. Il puro sentimento cattolico, coltivato particolarmente per opera degli amici di Carlo Borromeo e dei nuovi Ordini religiosi, primo fra questi i Gesuiti, si estese sempre più. Non contento della rinnovazione dei propri seguaci si consacrò ésso con ordine e di concerto alla difesa degli attacchi dei nemici. E in questa lotta per la vita e per la morte potè più volte cori risultato passare pure all’attacco per la riconquista delle posizioni perdute. La vera importanza del pontificato di Gregorio XIII consiste in ciò, che questi unitamente al costante progredire della riforma cattolica, aiutò nella sua vittoriosa avanzata la restaurazione cattolica, questa novella forma di attacco contro l’eresia. Però senza il lavoro di preparazione di Pio V ciò non sarebbe stato possibile, poiché, solo col riportare il papato alla sua speciale missione e con l’abolizione energica degli abusi profondamente diffusi, si rese capace la Chiesa di affrontare la rinnovazione religiosa, non solo come una forza che debba essere repressa, ma che debba anche venire conquistata. Indubbiamente riuscì a questo riguardo molto vantaggioso alla causa cattolica, che appunto allora il luteranesimo, dal lato domma-tico, andasse frantumandosi nelle sètte più diverse. Ciò però non poteva essere un fatto decisivo, app'unto perchè il vantaggio che conseguivasi dalle lotte interne dell’idra protestante non reggeva il raffronto col pericolo suscitato dal nuovo nemico, il calvinismo. Il grande rivolgimento fu piuttosto conseguenza naturale del rifiorire inatteso della vita religiosa a mezzo della riforma cattolica. Questa sbocciò del tutto indipendente, dalle sue proprie radici. Cresciuta in principio sul suolo romano, assai più agilmente che il calvinismo, superò le barriere nazionali e cercò di conquistare l’Europa intiera. Dopo che il concilio di Trento, col fissare il domma e la disciplina cattolica, ebbe segnato i limiti fra l’antica e la nuova dottrina, e poste le basi di una vera riforma dal capo alle membra, tornò di nuovo in valore per la cooperazione decisiva dei papi e dei nuovi Ordini, la potenza spirituale ed unitiva della Chiesa come pure la sua sorprendente forza rinnovatrice. Con meraviglia del mondo, si vide quale misteriosa vita stesse assopita in lei da mezzo secolo cotanto oltraggiata ed ingiurata, allorché seguì la grande rinnovazione, e la riforma cattolica fu integrata con la restaurazione cattolica. Fu l’averla promossa, che elevò il pontificato di Gregorio XIII al disopra di quello dei suoi predecessori. Con lui veniva posta alla direzione la personalità più capace per l’attacco decisivo della grande battaglia.