Condizione religiosa dei Paesi Bassi. ilo tolici che ebbero il coraggio di restare, dovettero celebrare messa a porte chiuse come più tardi nella Francia, al tempo della grande rivoluzione. A Bruxelles nel 1585 anche ciò fu loro proibito.1 Finalmente con la vittoria di Farnese cessò l’oppressione. Dopoché al principio del 1584 Ypres e Bruges caddero, anche Gand dovette arrendersi nel settembre. Al giungere di queste notizie in Roma fu celebrata in S. Giuliano, la chiesa nazionale dei Fiamminghi, una messa di ringraziamento.2 (. iii si discuteva in Roma su l’invio di un distinto prelato per appoggiare nei Paesi Bassi la restaurazione cattolica, pure si giudicò che ancora non fosse intieramente venuto il momento propizio. Farnese come prudente politico assicurò intanto un perdono generale ; agli stessi Calvinisti di Gand, i quali avevano tante colpe verso i cattolici, venne accordato un periodo di due anni, peri ì.è essi potessero decidere se neU’avvenire volessero vivere da i titolici. Nel frattempo gli insorti avevano perduto il loro capo con l’uccisione di Orange (10 luglio 1584).4 Anche Bruxelles capitolava il 10 marzo 1585. L’espugnazione di Anversa, l’altra 1 A edi Pirenne IV, 222 s. Vedi la * relazione di Odescalchi del 20 ottobre 1584, Archivio Son-z a ¡! a in Mantova. • « Agebatur nec non de mittendo aliquo authoritatls praelato in Flan-driam qui conversos confirmai’et et quos posset ad meliorem reduceret mentem, «■il rebus adhuc fluctuantibus expedire non est visum quod, ut credo, fiet IK.sle,; ». Relazione di F. Sporeno all’arciduca Ferdinando in data di Roma -- M'ttembre 1584, Archivio della Luogotenenza di Innsbruck. 1 Sull'uccisore, Baldassarre Gérard, e il suo supplizio v. Gaohard, Cor-r'*i: tir Guillaume le Taciturne IV e Bullet. de VAcati, roy. de Belgique XXIII ' "me Kredertkr, Oorspronkelijke Verhalen en gelijktìjdige Berichten van den iiion, ii gepleegd aan Prins W. v. Oranje, ’s Gravenhage 1884. Su precedenti disili ili Filippo per ucciderlo, il migliore è Platzhoff, Mordbefugnis 67s. •'i" ! Ranke (Pàpste II,8 71) ha opinato che «un gesuita di Trevirl » abbia "foni ficaio» B. Gérard nei suoi disegni di ucciderlo. Quest’opinione però già ini 1T04 era stata riconosciuta per una calunnia da Reiffenberg (Hist. prov. ’"I Uhen. inf. 290ss., opera che Ranke stesso cita poche pagine più avanti!) S«1 che più tardi anche Marx richiamò l’attenzione (Geschtchte des Erzstiftes Tr!' '• II. 2 [1862], 513 s.). Tutto ciò non impedì Wenzelbueger (Hist. Zeitsclir. f-111. I3g.) di parlare di un assassino di Orange munito della benedizione di un confessore gesuita. Ugualmente Droysen, Gegenreformation 182. Ofr. al contrario pure Duhr, Jesuitenfabeln 724. La * « Relatione del successo della morte di Guilelmo de Nassau » ( Inf. polit. XII, 280-287, Biblioteca nazionale di Berlino) è stata soverchiamente apprezzata da Ranke ; essa non '"»tiene sul fatto alcunché di nuovo, come osserva Gachard, (Oompte rendu (l' la Commiss, d'hist. de Belgique IV, 1 [1873], 01 s.). Forneron chiama G. Gé-r“rd « un fou ». La notizia della morte di Orange giunse in Roma al principio agosto ; v. la * relazione di F. Sporeno in data di Roma 2 agosto 1584. Il '' "ttobre * comunicava Sporeno che egli aveva inviato al papa un esposto s,|U’esecuzione di B. Gérard. Archivio della Luogotenenza di 'nnsbruck. Su una lettera di Baronie riguardo B. Gérard v. Pruin in 1 '''xlngen en mededel. dcr K. Akad. van Wetenschappcn XI, Amsterdam 1882.