Insistenza (lei greco-scismatici e dei protestanti alla riforma del calendario. 209 Per riguardo ai protestanti, in data 4 (14 settembre 1583) Rodolfo II aveva pubblicato una sua ordinanza in forza dell’autorità imperiale, senza far menzione del papa ed evitando tutto quello donde i novatori potessero in qualche modo prendere scandalo.1 Poiché Lutero a suo tempo aveva espressamente affermato che la questione della riforma del calendario non era una questione religiosa, ma apparteneva unicamente all’autorità civile, si doveva attendere con ragione che i protestanti si sarebbero adattati a mesta innovazione tanto necessaria, promulgata dal capo dell’im-; io, che soddisfaceva pienamente a tutte le pretese più semplici che segnava un progresso importante. Alcune voci protestanti tome p. es. il teologo Martino Chemnitz e il patrizio di Görlitz, Bartolomeo Scultetus si pronunciarono per l’accettazione dii nuovo calendario, ma essi furono pienamente sopraffatti da una fiera esitazione, che prescindendo intieramente dalla cosa, combatteva solo il suo autore, il papa, che colmarono delle più volgari ingiurie come l’anticristo incarnato.2 Particolarmente si distinsero i teologi protestanti del sud della Germania. Scopo del calendario, ¡ nnunziava Luca Osiander, il predicatore di corte del duca di W ürttemberg, è la distruzione della pace religiosa. Dallo stemma del papa, un drago, deduceva questo dottore della Sacra Scrittura che Gregorio voleva preparare alla Germania un bagno di sangue. Giacomo Heerbrand, professore di teologia a Tübingen, spiegava ' .'ie dietro il calendario si nascondeva Satana; l’anticristo averlo fatto per favorire l’idolatria, e per questo non doversi ascoltare neanche l’autorità civile che ne comanda l’osservanza. Alcuni predicatori si opposero anche perchè il giorno della fine del mondo era senz’altro imminente.3 Un dialogo in versi contro il calen- I hmil;■ 504 s. : Hist. Zeitschrift XI.11. 128 s. ; Stieve, Der Kalenderstreit. nelle dissertazioni dell’accademia di Monaco, Hist. Kl. XV, 3, 21 s. ; Hirn I, 459 s. ; <;- dalla Santa nel periodico La Scintilla 1898, n. 15. Che il nuovo calendario sia stato introdotto nel marchesato del Baclen non il 10 ottobre ma solo ¡1 17 novembre (stile vecchio) 1583, lo dimostra Kbiegeb nella Zeitschrìft fiir 'he Oescli. de$ Oberrheins N. F., XXIV (1909), 365 ss. In Ungheria avvenne 1 introduzione solo nel 1587 ; v. MitteUungen (Ics Ocsterr. Inst. III. 628 s. 1 Vedi Kaltenbhtjnneb, Polemik 505. 2 Cfr. per la parte seguente oltre a Kaltenbrttnner, Polemik 514 s., 518 s., •'23 s. e Stieve, Kalenderstreit, loc. cit. n. 24 s. .Tanssen-Pastor Vi»-ie, 138 s. e Schustkr, Kepler 13 s. Su la questione della responsabilità nella lotta intorno calendario, Stieve. loc. cit., con il suo zelo di vecchio cattolico, si è lasciato trascinare ad asserzioni interamente insostenibili. Alla loro completa confutazione fritta da Schmid, Kalenderreform V, 83 s. Stieve non ha osato rispondere. Come «melie in Transilvania i calvinisti combattessero il calendario Gregoriano, e abbian voluto da ciò provare che il papa era l'anticristo, cfr. la relazione in ' i:ress, Epistola e et Acta Iesuitarum Transilvaniae II, Budapest 1913, 92. Quest'argomento si trova già in Marco Volmar una volta predicatore, nella sua rimostranza ai deputati dell’Austria inferiore, Niklas von Puchheim, Wolf Pastor, Storia dei Patii, IX. 14