La dieta imperiale di Ratisbona, 1576. 585 petè in una cerchia più ampia, quando il 15 agosto in un pranzo eh* dette Gian Giacomo di Salisburgo ai principi, l’arcivescovo di Magonza fece lagnanze con l’imperatore e dichiarò di nuovo che i cattolici tornerebbero prima alle loro dimore senza aver concluso nulla, che approvare la più piccola concessione. L’imperatore aggiunse, che i cattolici avevano maggior motivo di lamentarsi dei protestanti che questi di loro.1 Così finalmente Massimiliano dichiarò il 25 agosto in una risoluzione la sua buona volontà di confermare la pace religiosa di Augusta; cambiarla sarebbe impossibile senza il consenso delle due parti; unire la dichiarazione alla conclusione della dieta o rimandarla al tribunale supremo non esser necessario.2 Nessuna delle due parti fu soddisfatta della risposta imperiale. I cattolici s'intesero offesi perchè il vice cancelliere Werber consegnò loro la risoluzione con una esortazione ad essere pacifici, e quindi sembrò elio si alludesse che i disturbatori della pace dovessero cercarsi dalla parte dei cattolici. Essi quindi raccolsero in una protesta una serie di usurpazioni dei protestanti. 3 Ancor meno soddisfatti si mostrarono questi. Alcuni consiglieri imperiali, che erano bensì indifferenti in religione, nin temevano torbidi nell’impero, qualora non si accondiscendesse ai novatori, spingevano a passi ulteriori.4 A seconda del pensiero di questi « cristiani aulici », particolarmente del loro duce Lazzaro Schwendi, il quale chiedeva generale libertà religiosa per i cattolici e per i protestanti, 5 era redatta anche la nuova istanza protestante del 9 settembre; in essa la dichiarazione di Ferdinando sinora richiesta con tanto zelo passa del tutto in seconda linea.6 L’Elettore di Sassonia osservò inoltre chi' egli dubitava che gli Stati protestanti fossero disposti a tollerare i sudditi papisti nelle loro terre.7 L’istanza non poteva del resto fare grande impressione anche per-clii' i?ssa era sottoscritta solo da una parte degli Stati protestanti. Nelle discussioni del partito fu potuta nascondere sempre meno la scissione; il Palatinato e il Brandeburgo insistevano che le concessioni religiose fossero messe per condizione per il sussidio contro i Turchi, al contrario I niettore di Sassonia proibì ai suoi rappresentanti un contegno che gli sembrava una politica con la pistola in mano. Assia cercò di aggiustare con il progetto di non fare di fronte all’imperatore alcuna menzione di quella condizione, ma i Sassoni avevano già proposto di non insistere m generale, più con l’imperatore.8 Nonostante lo spezzarsi del partito alcuni principi non mancarono 1 Mobitz 358. - Ibid. 366. Lehmann 140 s. 3 Mobitz 383. 4 Ibid. 368. 5 Ibid. 360 ss. 6 Autonomia 99b. 7 Mobitz 375. 8 Ibid. 3684573.