Il Giubileo del 1575. 153 Lo zelo del clero e del papa portarono frutti abbondanti, il che si dimostrò nel modo più chiaro nella diligente e numerosa frequenza dei pellegrini al sacramento della penitenza e dell’altare.1 All’Aracoeli erano occupati giornalmente sedici confessori; i Gesuiti dovettero stare al confessionale fino a notte.2 I contemporanei ci danno notizia di restituzione di beni usurpati, dell’abbandono di concubine, alcuni casi sorprendenti di conversioni di eretici e scismatici stranieri,3 e innanzi tutto di generose opere di carità. Nonostante le disposizioni del papa atteso il numero straordinariamente grande dei pellegrini, fu pure dato un largo campo alla beneficenza dei romani. In maniera splendida Roma affermò l’antica sua fama di ospitalità e bontà. Ciò che Filippo Neri con un lavoro instancabile aveva seminato per anni, dette adesso un frutto centuplo. Nobili e cittadini si emularono nelle opere della cristiana carità. Carlo Muti mantenne novecento contadini delle sue tenute per tre giorni gratuitamente, ed egli stesso li accompagnò nei loro pellegrinaggi.4 Ci viene comunicato di una nobile donna romana che essa durante tutto l’anno santo giornalmente albergò novanta pellegrine, alle quali essa stessa lavava i piedi. Altre donne romane impegnarono i loro gioielli per poter meglio sovvenire i pellegrini.5 Mentre gli ospizi nazionali avevano cura dei loro connazionali, e le confraternite delle associazioni consimili del difuori ad esse affiliate, la confraternita della Santissima Trinità dei Pellegrini fondata da san Filippo riceveva senza differenza tutti i pellegrinanti a Roma; essa talvolta in un Vaticana. Un * Avviso di Roma del 15 febbraio 1578. menziona inoltre anche Giovanni di Napoli (S. Spirito) e Marcellino OS. Lorenzo in Damasco) ibid. 1046, I». 35, dove pure più in particolare su una processione di penitenza condotta da A. Lupus. Un * Avviso rii Roma del 2 dicembre 1581, Urli. 1049, J>. 436i Biblioteca Vaticana, ci informa sulla straordinaria affluenza alle prediche dell'avvento di Panigarola aH'Aracoeli. Su Panigarola stesso cfr. I. Nicii Ery-thmh. Pìnacotheoa I, 81 s. ; Freib. Kirrlienlex. IX*, 132» s. ; Keppler nella Tiib. Quortalschrift 1S92, 91, come la sua lode nell' * A vviso ili Roma del 15 feln braio 1584. Vrb. 1052, p. 57, loc. cit. La predica sull’indulgenza caie tenne il Dr. J. Rabus la domenica delle Palme 1575, nel Campo Santo tedesco in Roma, egli stesso la comprese nella * Rcisebcschreìhunit del Coti. Gevm. 1280 p. 235 s... Biblioteca di corte a Monaco. Anche Montaigne ili. 31). fa risaltare gli ottimi predicatori di Roma, fra i quali in particolare, i Gesuiti. 1 Vedi anche la testimonianza di Gregorio XIII in Santori Diario concisi. XXV, 74. 2 Vedi Riera 66 s. 3 * « Per l’esempio di tante opere sante che si fanno in Roma sono tornati spontaneamente alla fede Christiana alcuni Trasmontani eh’erano da quella Per loro errori molto lontani » dice 1’ * Avviso di Roma del 23 aprile 1»75, t'rh. 1041 P- 41 lb, ‘Biblioteca Vaticana Cfr. anche la relazione! di Theiner !i. 451 e Riera 25. 59. Manni nomina una serie di nomi, 142 s. 4 Vedi Riera “iO. 5 Vedi Ai.fani 353 s.