180 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 3. l’IsIam il papa l’aveva eretto in Roma dietro consiglio di Filippo Neri, il 1° settembre 1577, nella casa ove era morta santa Caterina da Siena.1 Gregorio XIII parlava volentieri degli istituti d’istruzione e di educazione che egli aveva fondato dentro e fuori di Roma. Avendo egli una volta rilevato avanti al cardinale datario Matteo Contarelli, quale potente sviluppo della religione egli ne attendesse, s’intese rispondere: «Sicuro, Padre Santo, lei ha innalzato una splendida statua, ma essa si assomiglia a quella che Nabucodonosor vide in sogno». «Cosa intende lei ? » chiede Gregorio meravigliato. « Ecco », riprese il cardinale, « dei collegi eretti da Vostra Santità può raffrontarsi il Germanico, così riccamente dotato, alla testa di oro; l’Inglese non così provveduto, con la stessa generosità, al petto di argento; il Maronita alle gambe di ferro; ma tutti posano su piedi di creta, su base fragile, che se non viene appoggiata cadrà a terra». «E questi piedi ? » interruppe Gregorio. « I piedi, disse il cardinale, io li vedo nel collegio Romano, che essendo l’istituto d’istruzione e di formazione a tutti comune, tutti li sorregge. Ma come si trova adesso esso è in una dimora così angusta e pericolante, e per di più così insufficientemente dotato e così indebitato, che non può durare a lungo». Il papa che già prima aveva aiutato il collegio Romano, riconobbe giusto l’esposto del Contarelli, e decise di provvedere con aiuti radicali.- Quello che Ignazio di Lojola aveva ideato, raggiungeva adesso il suo realizzamento nella più ampia misura: un collegio centrale, non solo per Roma, ma per tutto il mondo, nel centro dell’unità della Chiesa. I debiti del collegio Romano furono cancellati, gli .fu data una sicura dotazione, cosicché Gregorio diventò il secondo fondatore pure di questa importantissima accademia. « Il collegio, che sinora aveva campato in aria, disse il cardinale Galli, possiede adesso i mezzi per il mantenimento di 200 alunni».3 Ma non contento di questo il papa fece erigere per l’istituto, in proporzioni veramente grandiose, un nuovo edifìcio, 1 Vedi liiill. Rom. Vili, 188 s. ; cfr. Maffei I. 250. Lanciaci IV, 73. Musotti comunica nelle sue note sul collegio dei Neofiti : *« Era tanto il concorso d’Ebrei et Turchi fatti eliristiani che il luogo non era bastante essendosene convertiti nel suo pontificato più che non ha fatto in molti pontificati insieme » A r c h i-vio Boncompagni in Ito ma. Vn elenco dei neofiti battezzati il 18 aprile 1579 nel Coti. Ottóbon. 2452, p. 78. Biblioteca Vaticana. 2 A edi Saochinus V, 1, 50-51. Rinaldi i87 s. ; cfr. 82 s. sui sussidi precedenti. 3 * « Et quel che più importa l'istesso collegio de Giesuiti, qual prima era fondato in aria senza certo sostenimento S. Stà l’ha in maniera dotato che I*'r ora pasce et mantiene 200 bocche». * Memorie in Archivio Boncompagni in Roma.