690 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 10. a Roma. Un primo tentativo di simil genere sotto Pio V era fallito.1 Quand’ecco nel 1572 moriva Sigismondo Augusto. La successione al trono di Polonia, come l’intricata questione della l :-gantesca eredità di Caterina, moglie di Giovanni (una nepote di Gian Galeazzo Sforza e di Isabella di Aragona)2 consistente in possedimenti napoletani, diventarono scottanti. In ambedue le questioni, l’atteggiamento della Santa Sede era della più grande importanza. Per allacciare una prima relazione fu inviato a Roma nel novembre 1572, Paolo Ferrari, un servo della regina Caterina. Egli portava lettere di Caterina a Gregorio XIII ed al Cardinal Hosio con le quali chiedeva l’assoluzione pontificia per la comunione arbitraria sotto ambe due speci, ed allo stesso tempo domandava di permetterla nell’avvenire a lei ed agli addetti alla corte. La lettera ad Hosio chiudeva implorando preghiere, pere!-è Giovanni tornasse all’antica Chiesa, dalla quale egli non era molto lontano.8 Gregorio con breve dell’8 marzo 1573 concesse l’as.-o-luzioiie richiesta,1 ma per mezzo di Hosio fece rifiutare la richiesta del calice.5 Queste lettere erano di già inviate, quando ¡1 nunzio di Polonia comunicò, che l’inviato svedese Andrea Lorichs aveva richiesto la sua mediazione nella stessa questione. Quasi subito scrisse Commendone, che l’inviato svedese nella dieta elettiva di Polonia, aveva fatto sperare al nunzio Vincenzo Portico, nel caso che la Santa Sede appoggiasse l’elezione di Giovanni III a re di Polonia, il suo ritorno alla Chiesa cattolica. Naturalmente nè il papa, nè il segretario di Stato, Tolomeo Galli, si lasciarono decidere da questo grossolano tentativo a cambiare il loro contegno nella elezione del re di Polonia. Ma dai tentativi svedesi di un riavvicinamento credettero essi di dover dedurre, che il momento per allacciare relazioni più strette con Giovanni fosse favorevole. Gregorio XIII perciò progettò l’invio del gesuita polacco Stanislao Warszewicki in Svezia dal che per ultimo dovette desistere poiché Warszewicki era indispensabile in Polonia.6 Nel novembre 1573 Paolo Ferrari comparve nuovamente in Roma. Per facilitare a poco a poco il ritorno della Svezia alla Chiesa, egli domandò che il papa volesse permettere la comu- i Vedi la presente opera voi. Vili, 482, n. 1. - Una trattazione completa della questione dell’eredità di Bona Sforza 1 li11 data Biaudet (I, 512 s.). s Vedi Biaudet I, 186 s. ; Notes et Documenta 27. 4 Vedi Theiner I, 103. s Vedi Hosn Opera II, 337. Cfr. Biaudet I, 191, sull’arbitrario poscritti', in cui Hosio dii a sperare una dispensa riguardo al calice. Intorno ad H',SI Zviniga osserva in una ‘relazione a Filippo II del 14 dicembre 1574: «es f'lci de creer estas cosas», Coll. Favre Vili, 5, Biblioteca di Ginevra. s Vedi Biaudet I, 193 s. ; cfr. Ehrenberg, Ostpreussen 52. Su Lorichs v. l!- monografia di Odberg: Om Anders Lorichs, Skara 1893.