Restaurazione cattolica nel principato abaziale di Fulda. 545 Fulda e i suoi dintorni erano una volta ricchi di conventi, ma, fonie scrive Elgard nel 1575,1 il convento principale ora non è più affatto uu convento, e i restanti sono spariti. Dei religiosi dell’antica e celebre abbazia di S. Bonifacio, quelli che formavano il capitolo dovevano essere nobili; di questi ve ne erano più quattro, che come gli altri canonici, abitavano ciascuno da sè nelle proprie case. Come ultimo indizio a ricordo del loro particolare stato, portavano essi lo scapolare sopra un vestiario che appena poteva dirsi un decoroso indumento di un prete secolare.2 Accanto ai capitolari 10 monaci attendevano al servizio corale. La coltura scientifica dei canonici era così bassa che essi non riuscivano a comprendere a sufficienza nemmeno il latino.3 Nella città di Fulda come in tutto il principato dalla metà del secolo era diventato sempre più intenso l’appello alla confessione di Augusta. Come lo dimostra l’insistenza continuamente rinnovata dei sudditi, la tolleranza della nuova fede non era stata loro ancora concessa, sebbene l’abate Filippo Schenk von Schweinsberg nel 1542 avesse lasciata libera la comunione sotto tutte e due le speci, e l’uso della lingua latina nel battesimo. Nonostante il sentimento cattolico degli abati, la nuova dottrina penetrava ognor più, sotto l’influenza dei vicini Stati protestanti, ed anche l’ultimo resto dell’antica religione minacciava in breve di un tramonto completo.4 Sotto queste condizioni così minacciose Baldassarre von Dern-bach nel 1520 assunse le redini del governo. Il nuovo abate veniva da una famiglia di Essen intieramente protestante.5 Pure fin dalla prima giovinezza venne egli a Fulda dove il suo prozio Guglielmo von Klaur rivestiva la dignità abaziale. Come sia avvenuto che Baldassarre non solo esternamente, ma con tutto il cuore abbia abbracciato la dottrina cattolica, come gli sia riuscito di mantenere immacolata la purezza dei suoi costumi, in una cerchia che non era affatto scuola di virtù, mancano a noi notizie precise. È certo che il giovane di ottime qualità attirò presto a sè 1 II 0 marzo a Galli, in Theiner II, 74. 2 Ibid. 3 Ibid. 75. 4 Komp negli Hist.-polit. Blättern LVI, 8. Contro l’esposizione ' dell’editto to 1542 di Heppe ed il suo significato v. Katholik 1863. I, 719 ss. Ohe l’antica fole non fosse ancora intieramente spenta, su ciò ibid. 724 s. 5 « In quello [nel luteranesimo] suo padre era vissuto e morto, ma senza dubbio egli, l’abbate, battezzato, da giovane istruito ed educato» (Istruzione l*1 gli inviati dei Principi protestanti a Baldassarre del 24 settembre 1573, in Heppe loc. cit. 200). « Di cui lodane infinitamente la bontà e la costanza, che II così giovenile età non eccedendo il 123 anno in lui risplendono, che truo-'antlosi cinto ha eretici et nato di padre et di parenti infettissimi» etc. (Portia *l 0 dicembre 1573, Nuntiaturberichte III, 265). Ofr. Egloffstein -loc. cit. 2 s. fstcondo altre notizie il padre .di Baldassarre era stato runico cavaliere ancora ■rt"lico dell’Assia. (Komp, Zweite Schule 7 ; Katholilc 1863, I, 745). 1*a madre III Principio protestante, (v. Komp loc. cit. 26), nel 1574 si comunicò a Fulda ■-otto un’unica specie (Hansex, Rheinische Akten 680. PiSTOR, Storta dei Papi, IX. 35