Dimostrazioni di gioia del papa. 365 tera del 5 settembre dell’inviato di Savoia è detto espressamente : l’avvenimento «è stato lodato, per quanto spetta al servizio del Re et del suo regno et de la religione; ma molto più sarebbe stai i lodato il fatto, se Sua Maestà l’havesse potuto fare a mano salva, come già fece il Duca d’Alva in Fiandra, con la retentione et con la forma delli processi».1 Per ciò che riguarda la gioia stessa di Gregorio, certo fu molto grande, ma non però completa. Brantôme comunica di aver appreso da un nobile molto bene informato, che allora trova vasi in Roma, che il papa versò lacrime al ricevere la notizia, e che alla domanda di uno dei cardinali, perchè si angustiasse tanto per la disfatta dei nemici di Dio e della S. Sede, abbia risposto : « io piango su la condotta del re illecita e vietata da Dio».2 Questa risposta, m :|o corrispondente al carattere del papa, trova una conferma nella informazione dell’inviato spagnuolo Zuniga del 22 settembre 1572, in cui è detto che Gregorio alla notizia della notte di S. Bartolomeo fu preso da orrore.3 Una persona intima che abitualmente stava a contatto del papa, Alessandro Musotti, comunica decisamente, che la gioia di Gregorio, la cui manifestazione si mantenne in certi limiti, si era riferito solo al bene della cristianità. * Con questo concorda una relazione di Capilupi del 5 settembre, che in Roma si dava grande importanza alla notte di S. Bartolomeo per il mantenimento della pace fra la cristianità, per il proseguimento della lega contro i Turchi, poiché si giudicava che niente di più favorevole poteva ottenersi, potendosi ora sperare che la tensione fra la Francia e la Spagna nella questione dei Paesi Bassi avesse fine.5 Questa tensione era uno degli ostacoli primari al mantenimento della lega, la quale stava a cuore al papa straordinariamente, e per promuovere la quale egli appunto allora aveva in animo d’inviare in Francia il cardinale Orsini. Ir questo complesso di cose si comprende anche la ragione perchè la rappresentazione della notte di S. Bartolomeo sia stata messa fra gli affreschi della Sala Regia, che si riferiscono alla battaglia di T manto. Inoltre si deve tener presente, quale pericolo minacciasse * Così canta anche la chiesa un Tedeum quando si è vinta una sanguinosa battaglia ; son forse allora i suoi canti di lode un’espressione di giubilo per i caduti?». Ofr. anche Benigni lo e. cit. 345 s. 1 Arch. stor. Ital. App. Ili, 109. 2 Vedi Brantòme (f 1614). ilémoires III, Leyde 1722, 171; cfr. inoltre Polenz II, 544, n. Dtjhr (loc. clt.) non doveva servirsi della narrazione che ci da G. Leti poiché quell'autore non merita fede. 3 « se espantavo » ; v. Hervyn de Lettenhove, Relations III, 14 n. 4. 4 * « Gustò anco temperantemente la morte et esterminio del-l Amiraglio et altri Ugonotti di Pranza pure per il benefizio della christianità », Archivio Boncompagni in Roma. 5 Vedi Intra 12.