Traslazione delle reliquie di S. Gregorio Nazianzeno in S. Pietro. 805 tine a Campo Marzio per via della Scrofa, Piazza Apollinare, via dell’Anima, Piazza Pasquino e di là per via Papale passando per Borgo andò a S. Pietro, presero parte 31 confraternite con 3964 fratelli, 1796 religiosi come rappresentanti di 20 ordini e 932 preti portanti in mano ceri accesi. I resti mortali di Gregorio di Nazianzo in uno stipo ornato di argento e di damasco bianco furon portati dai canonici di S. Pietro ed 'accompagnati dagli alunni del collegio greco. Seguiva il vescovo Bartolomeo Ferratino, prefetto della fabbrica di S. Pietro e Giacomo Boneompagni, da poco nominato duca di Sora, con il Senatore, il priore dei conservatori e numerosa nobiltà. Chiudevano il corteo le guardie svizzere e una compagnia di cavalleria leggera. Allorché la processione si avvicinò a ponte S. Angelo fu salutata dallo sparo dei cannoni del Castello. Il papa intanto aveva indossato i suoi indumenti pontificali, e raccolto i cardinali e i prelati nella sala dei Paramenti. Accompagnato da essi, egli si recò alle scale di S. Pietro, dove lasciò la sedia gestatoria e tolta la mitra venerò le reliquie. Di qui egli si unì a piedi alla processione, nella quale lo stipo fu portato da vescovi alla cappella Gregoriana. Ivi lo si pose avanti all’altare maggiore e si cantarono i vesperi. La solennità, che un affresco ancor ben conservato nella Loggia del Bologna al terzo piano del Vaticano ha eternato,1 occupò oltre cinque ore. La domenica seguente, 12 giugno, il papa celebrò la santa messa all’altare consacrato dal cardinale Santori e fece porre lo Stipo in un’urna di marmo verde, che egli stesso chiuse. «La cappella Gregoriana, dice una relazione di quei giorni, è così ricca ed artisticamente ornata di oro, marmi, pitture e mosaici che nel mondo non ha una simile. » 2 Secondo la notizia dell’ambasciatore di Venezia l’importo che Gregorio XIII sborsò della sua cassa privata, superò 80.000 ducati.3 Poesie4 e descrizioni in prosa5 furon dedicate al nuovo 1 Riproduzione dell’affresco molto importante anche per conoscere lo stato 'Ielle abitazioni in quel tempo nell’articolo di O. Ricci in Lettura, aprile 1903 : coscrizione minuta nel periodico Buonarotti 1868, 47 s. 2 Vedi * Avviso di Roma del 18 giugno 1580, Ur6. 1048, p. 172, Biblioteca Vaticana. Cfr. Santori, Autobiografìa XII, 367 ed in App. n. 76-80 le *»ote di Musotti, Archivio Boneompagni in Roma. L’iscrizione sul cofano in Ciaconixts IV, 10. Vedi anche Beltrami 28. _ ^ edi la relazione di Giov. iCorraro del 20 maggio 1580, in ITuttnelli I, •-1'. Lo stesso numero dà Mucanzio nel suo * Diarium (Archivio Stegreto Pontificio). Il «necrologio nell’Archivio di S. Pietro dice 85.000. Le cifre molto più alte nell’* Avviso di Roma del 18 giugno 1580 (loc. cit.) ed altre ('• Lanci ani rv, .55), sono esagerate. 4 Laurent, Frizolius, Sacellum Oregorianum, Romae 1581 (dedicato a Gre-K"rio XIII), anche in Turner loc. cit. 67 s. Una poesia * III Aram Gregorianam 1 I atic, 7192, p. 251 s., Biblioteca Vaticana. 5 Asc. Valentixtjs, Sacelli Gregoriani descriptio. Plorentiae 1583, e Sebast. Iorello, * Descrizione della Capella Gregoriana nella basilica Vaticana, in