Persistere del 'brigantaggio. 779 legittimazione.1 Gregorio dovette apprendere che Piccolomini aveva derubato un corriere pontifìcio di 7000 scudi.3 Rimuovere l’inconveniente era solo possibile se i vicini del papa, il duca di Urbino e il granduca di Toscana, rifiutavano al duce dei banditi il rifugio nei loro territori. Gregorio XIII si rivolse ad entrambi. Urbino era disposto alla cooperazione, non così Francesco de’ Medici che era sempre in relazioni tese con la Santa Sede.3 L’incerta risposta del Medici lasciò comprendere, che egli non voleva intraprendere nulla contro Piccolomini il quale aveva potenti alleanze in Siena.4 In compenso egli dette al papa il consiglio umiliante, che seguisse la via di un accordo pacifico con il capo dei banditi.s L’impunità del Piccolomini allettò altri avventurieri a simili scorrerie. Molti cercarono imitarlo nella sfrontatezza, fierezza e scaltrezza; così Ramberto Malatesta, Giovanni Valenti, che assunse il nome di « re della Maremma » inoltre Pietro Leoncillo di Spoleto così detto «l’uomo selvatico» e il «prete da Guercino ».f’ Gregorio aveva lungamente riluttato a seguire il consiglio dell’arciduca di Toscana ed allacciare trattative con Piccolomini. Ma il misero risultato delle sue truppe nella guerra ai banditi, che procurava grandiose spese e il pericolo di una seria discordia con la Toscana, in fine il timore che Piccolomini prendesse sanguinosa vendetta su Giacomo Boncompagni7 non lasciavano luogo a scelta: Gregorio XIII si dovette far portare al passo eccezionale, che in ultimo aveva raccomandato anche il card. Galli.8 Si venne ad un accomodamento, per cui Piccolomini nel giugno 1582 si ritirava a Firenze. Egli visse ivi da grande signore, onorato dalla corte dei Medici.9 II SO marzo dell’anno seguente, egli, 1 Vedi Lettres de P. de Foi-x 98, 100 s. ; gli * Avvisi di Roma del 5, 12 e 16 agosto 1581, Urb. 101,9, p. 307, 319t, 324, Biblioteca Vaticana. 2 Vedi * Avviso di Roma del 19 agosto 1581, ibid. 331. 3 Cfr. .Seghabizzi, Relau, d. ambasc, Veneti 111, 2 (1916), 22. 4 Cfr. Mutinelli I, 129; Lettres de P. de Foix 95 s., cfr. 123; Maffei II, 232 s. ; Bat.an VI, 607. Il papa si lamentò ripetutamente anche di Urbino, ma questi respinse ogni colpa. All’* Avviso di Roma del 26 maggio 1582, che dà relazione della lagnanza del papa fatta in concistoro su Firenze e su Urbino, I1 duca stesso ha scritto in margine: * « Questo m’indusse andar da Farnese et ‘‘'mgia espressa quanto a Urbino». Urb. 1050, p. 178, Biblioteca Vaticana. 5 Vedi le relazioni in Grottaneiìi 56 s. 0 Vedi Mutinelli I, 131; Gnoli, V. Accoramboni 12. Intorno a Guercino ffr. Maffei II, 356 s. ; Hübner I, 235. La morte di P. Leoncillo la descrive '/‘loscalchi nella sua »relazione del 17 febbraio 1582, Archivio Gonzaga in Mantova. 7 Vedi la * relazione di Donato in Ranke, Päpste I8, 284. 8 A edi le sue * Memorie in Archivio Bone o m p agni i n R orna. 9 Vedi •Gbottanelxi 67. iChe Piccolomini si scegliesse Firenze per sua '•'mora, lo dice un * Avviso di Roma del 30 giugno 1582, Uri). 1050, p. 212, biblioteca Vaticana.