Opera riformatrice di Carla Borromeo. 69 della coltura umana,1 mentre, principalmente i catechismi di allora contenevano nelle prime pagine le lettere dell’alfabeto, poiché al catechismo i bambini imparavano a leggere.2 Borromeo propagò ed appoggiò in ogni guisa queste scuole; nella città di Milano si contavano nel 1595 non meno di 20,504 alunni ordinari,3 egli stesso scrisse nel 1571 che l’istituzione era così utile che, secondo la sua opinione, nient’altro aveva portato tante benedizioni nella sua diocesi come appunto questa.4 Con l’enumerazione di tanti seminari e scuole non abbiamo ancora descritti tutti i meriti del Borromeo nell’educazione e coltura della gioventù ; nè abbiamo parlato della sua indefessa azione nel campo delle opere di carità. Per il bene della gioventù studiosa, egli fondò all’Università di Pavia il collegio Borromeo, in Milano il collegio dei Nobili, dietro l’esempio del collegio Tedésco di allora in Roma,5 ugualmente, pure il collegio dei Gesuiti di Brera con le loro lezioni sulle materie umanistiche, filosofia e teologia e un collegio dei Teatini. Ai Gesuiti egli innalzò in Milano una casa per professi, nel suo luogo natale Arona un noviziati,, al suo Capitolo cattedrale una splendida canonica, ai Cappuccini due conventi in Milano. Vengono inoltre un ospedale per mendicanti, una casa di rifugio per donne ravvedute, un’altra per giovanotte pericolanti.6 Egli procurò una casa in Milano alla Società dei preti secolari, Oblati di Sant’Ambrogio, che il Borromeo aveva istituito come un’associazione simile ad un ordine. Aveva partecipato essenzialmente al riordinamento delle condizioni interne dei Barnabiti e delle Orsoline, all’introduzione dei Cappuccini nella Svizzera7 come pure all’istituzione di una serie di collegi dei Gesuiti in Italia.8 1 Sotto questo riguardo Castellino è commemorato in una lapide marmorea posta all’angolo di Via Alessandro Manzoni e Vicolo San Giacomo: «Il sacerdote Castellino da Castello di Menaggio qui fondava nel 15.36 la prima scuola elementare festiva pei fanciulli poveri ». Ibid. 2 Ibid. 196. a Ibid. 4 « Et è di tanta utilità quest'opera delle Scuole Cristiane il giorno di festa, che per me non so vedere qual altra cosa abbia fatto tanto frutto in questa mia Diocesi, quanto questa ». Al nunzio di Spagna (Castagna) il 2 novembre 1571, ibid. 145. 5 « Si è costituito un collegio ad imitazione del Germanico di Roma per aiuto de’ figliuoli nobili». Borromeo al granduca di Toscana il 24 marzo 1574, presso Sala, Doctim. Ili, 13. Anche il collegio elvetico fu fondato sull’esempio del Germanico (Matee II, 60 s.) ; in alcune lettere al Borromeo è detto all’in-circa «Collegio Germanico nuovamente instituito in Milano». Wymann, Der heil. Karl. Borromeo 110, cfr. 156. 6 Cfr. San Carlo Borromeo 199; ivi un’immagine del Borromeo circondato dalle figure di 26 delle sue istituzioni. 7 Wymann loc. cit. 25-33, 7fs. 14S ss. Mayer II, 216 ss. 6 Sala, Biografia 24.