492 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 9. I nuovi compiti che venivano assegnati a Portia, egli in una lettera a Koma 1 li designò come ineseguibili. Per i progettati seminari dei religiosi egli giudicava che mancavano i discepoli, oltre i maestri e i rettori. I Gesuiti per la propria mancanza di personale non potevano ]>rov-vederli. L’introdurre le scuole dei Gesuiti nelle università porta inoltre per esperienza a discordie; in Ingolstadt per questo i Gesuiti avevano lasciato recentemente la città, e il generale vieta loro il ritorno onde non si risusciti la lotta. Ancor peggio che in Ingolstadt stavano poi le cose a Friburgo; quell’università non riconosce per suoi superiori nè l’arciduca nè l’imperatore, e non ammette una visita. Nelle diocesi del Eeno superiore lo stato delle cose sarebbe assai sfavorevole. Così a Strasburgo solo 6 dei canonici sono stimati cattolici, è loro permesso uscire in veste sacerdotale solo in un tratto limitato fra la loro abitazione e il Duomo; non possono fissare alcun predicatore, nè recitare la ufficiatura corale ad alta voce, nè celebrare la messa che solo a porte chiuse. A lìasilea allorché recentemente doveva farsi l’elezione del vescovo, solo tre canonici furono indicati come cattolici. Le vie per la Svizzera sono chiuse a causa della peste, e nell’Alsazia a causa delle truppe di Enrico di Condé, le quali vivevano di rapine.2 Sporeno, che il 13 agosto giungeva ad Augusta, confermava maggiormente il nunzio in questo torbido concetto, dietro le sue notizie e le esperienze avute in Innsbruck.3 Galli alle rimostranze di Portia rispose intanto,4 che senza difficoltà in questo mondo non si può fare nulla; che il nunzio veda fare ciò che può, onde il papa sia contento. Il 4 ottobre Portia e Sporeno entrarono a Friburgo in Brisgovia.5 Sino alla sua partenza per la dieta di Ra-tisbona nel giugno 1576 la città del Reno superiore restò per Portia il centro della sua nuova azione. Nei primi mesi sembrava che egli non dovesse lasciare affatto Friburgo. Per compiere il suo dovere di nunzio egli pensò ad una visita successiva della diocesi di Sion, dell’abazia di S. Gallo, della città di Strasburgo, del vescovo di Strasburgo che dimorava in Zabern. Ma l’abate e i monaci di S. Gallo erano fuggiti per la peste e negli altri luoghi, come già egli aveva avvertito, erano chiuse tutte le vie.6 Allorché Portia il 15 ottobre ebbe inviato a Roma una prima e lunga relazione,7 apprese che l’abate di S. Gallo si trovava in Rorschach. Egli quindi si mosse per andare a trovarlo,8 ma a causa della peste pervenne solo sino 1 Del (S agosto 1575, ibid. V, 115-120. 2 ¡Su l’incertezza nell’Alsazia alla fine del 1575, Nuntiaturberichte V, lxh1- 3 Portia il 15 agosto 1575, ibid. 136. 4 II 3 settembre 1575, ibid. 164 s. 5 Portia il 4 ottobre 1575, Nuntiaturìieriohte V, 198. e Portia il 10 ottobre 1575, ibid. 202 s. i Ibid. 207-214. 8 Portia il 19 ottobre 1575, ibid. 216 s.