156 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 2. l’impressione di una rinnovazione morale. « Il nostro S. Padre » aggiunge egli « si è con zelo sforzato di tener lontano dalla sua città gli elementi cattivi. Egli è fortemente coadiuvato in ciò dai suoi cardinali. Da più secoli nessun collegio cardinalizio si era distinto in così alta misura come l’attuale per la sua irreprensibilità, per la pietà, prudenza, rettitudine e continenza ed ogni genere di coltura». Gregorio XIII ebbe in ciò parte essenziale. I principii severi dai quali egli si lasciava guidare ebbero valore in ogni sua relazione col collegio cardinalizio. Egli si mostrò più volte generoso verso i membri del supremo Senato della Chiesa e li onorava in corrispondenza al loro rango, ' divise con molta giustizia le loro rendite,2 stette in relazione con loro nella forma più cortese,3 però vi tutelò efficacemente la sua posizione a tutti superiore come pure la sua indipendenza.4 Con franchezza egli si esprimeva nei concistori, però non prendeva a male se gli rispondevano con la stessa sincerità.5 La grande indipendenza che dimostrò Gregorio XIII fu, come è facile a comprendere, male accolta da parecchi cardinali, special-mente da quelli che per speciale condizione avevano sperato nella loro influenza.8 La lunga durata del pontificato aumentò gli scontenti, e ciò molto più, perchè Gregorio aveva un’alta opinione della dignità cardinalizia, e in conseguenza non si stancava di ricordare con energia ai porporati, sempre di nuovo nei concistori, il dovere che l’alto ufficio loro imponeva.7 Questi avvertimenti non erano necessari per i cardinali della tendenza severa. Uomini di questa fatta, veri apostoli della Chiesa rinnovata, erano Borromeo, Hosio, Sirleto, Morone, Truchsess, Re-biba, Chiesa, Burali, Aldobrandini, Acquaviva, Alciati, Commendone, 1 II card. Galli rileva questo nelle sue * Memorie come pure C. Speci a ni nelle sue * Considerazioni (entrambi in Archivio Boncompagni in Roma). Galli osserva pure che Gregorio XIII dava sempre subito udienza ai cardinali, e che non si faceva mai attendere dal Sacro Collegio. Cusano * comunica giil il 24 maggio 1572: « S. S*à del continuo non cessa d’accarezzar li cardinali con farli tutte le grafie isono domandate cosa non faceva Pio V». Archivilo di Stato in Vienna. 2 *« Distribuiva loro le entrate eccles. con molta giustitia et circumspet -tione. ne diede mai cosa di momento a li dui nepoti suoi cardinali sin tanlt^ che li pareva honestamente accomodato gli altri cardinali poveri ». Galli nelle sue * Memorie, loc. cit. 3 * « Non è mai mattina che non babbi a mangiar con esso cardinale si clic partieiperà dicono in questa parte di Papa IuUo III che era buono compagno, il quale si ricreava a tavola con li cardinali », ci informa Cusano il 24 maggio 1572, Archivio di Stato in Vienna'. * Cfr. Guido Ferreri, * Vita Gregorii XIII, Ann. 11. t. 42, p. 304, Archivio segretp Vaticano. 5 Vedi Sartori, Autobiografia XIII. 153. 0 Questo sentimento fu espresso in maniera aspra nel rapporto della * re- lazione di Serguidi del 1581, Archivio di Stato in Firenze. t Cfr. Santoki. Diario concisi. XXIV. 119, 124, 131, 140, 212, 215 s., 223 s., 227. 249, 254 : XXV, 94, 103, 129. 133.