Pace separata di Venezia eoa la Turchia. 243 non solo la propria stima come grande potenza marittima, ma anche quella dell’intiera cristianità. Il segretario dell’inviato veneziano a Costantinopoli, Costantino Garzoni, dice apertamente in una sua relazione del 1573, che per la Porta è adesso pienamente chiaro che dalle potenze cristiane discordi non vi è più da temere un’intrapresa comune; il Turco si ritiene adesso forte abbastanza, per poter resistere sotto ogni aspetto a ciascuna potenza, con la speranza di riuscirvi.1 Se ai Veneziani anche in seguito sarà possibile di ottenere con la Turchia una pace vantaggiosa per il loro commercio e lungamente duratura, pure la loro autorità politica in Costantinopoli è caduta così in basso che la poca stima che ancora le accordano, è quasi un’offesa.2 Nel mentre Venezia si rendeva fedifraga alla Lega fondata da Pio V e distruggeva l’alleanza, arrecava anche all’autorità della S. Sede un danno profondo. Il papa, diceva Garzoni nel 1573, non possiede più presso i Turchi la più piccola considerazione: prima dell’inizio dell’ultima guerra dominava ancora in Costantinopoli l’opinione .'•he alla S‘. Sede riuscirebbe di fondare un’alleanza dei principi cristiani contro la Porta; adesso però non ci crede più nessuno, dopoché nella Lega e nella pace si è dimostrato il contrario.8 L’indignazione pubblicamente manifestata contro Venezia da Gregorio XIII4 era del tutto giustificata. Il papa si sentiva tanto più sensibilmente colpito, in quanto doveva temere anche per i propri territori e prendere subito provvedimenti per la sicurezza delle coste dello Stato pontificio.5 Invano Tiepolo cercò giustificare il suo governo presso la curia ; gli fu dapprima ricusata un’udienza dal papa.0 A Venezia si temè il provvedimento estremo : l’applicazione della censura ecclesiastica, un passo, che si poteva ben 1 Vedi Ai. ni: ri III, 1, 430. 2 Vedi Zinkeiseiì III, 413. 3 Vedi Albèri III, 1, 436. Ugualmente ibid. 332 M. Ant. Barbaro. Giacomo Soranzo diceva (III, 2, 202) nel 1576 : « I turchi non temono il papa, la '■ni ootenza terrena apparisce debole, egli può al massimo incitare a parole ad una lega, ma l’esito ha ¡dimostrato che tali alleanze non possono venir attuate coll’esortazione di altri, ma solo per la forza di interessi di Stato». 4 Cfr. assieme alle * istruzioni al nunzio in Venezia del 7 ed 8 aprile 1573 (Xumiat. di Venezia XIII, Archivio segreto pontificio) la * relazione di Alesi, de’ Medici del 10 aprile 1573, Archivio di Stato a Firenze, i trevi del 12 e 13 aprile 1573 presso Theineb I, 198 s. e Corpo dipi. Portufj. X. 472. Cfr. Catena. Lettere 313 e la * relazione di Zùniga del 12 aprile 1573 in Colico. de docutn. inéd. CII. 91 s. ■' Vedi la ‘relazione di C. Oapilupi dell’ll aprile 1573. Archivio Goa- z a g a in Mantova. Come fossero necessari tali provvedimenti, lo dimostra il caso avvenuto nel febbraio 1573 presso Noto. Cfr. Salomone Marino, Una ’('aia di pirateria in Sicilia in Arch. star. Sicil. XXII (1897). r' Cfr. Serbano, Liga II, 327.