Benemerenze di Bàthory. Seminari pontifici. 693 vania ripetutamente sovvenuti da Gregorio XIII1 si dedicarono alla cura pastorale dei cattolici come pure a combattere i nova-tori. A Klausenburg la loro azione fu diretta particolarmente contro gli « Ariani » (Unitari), che non battezzavano i loro figli, nelle altre parti del grande principato contro i calvinisti. In tutto questo giovò ai gesuiti che essi avessero molti superiori distinti per dottrina e azione apostolica, i quali, come il rettore di Klausenburg, Ferrante Capece,2 e in Weissenburg il maestro del giovane Sigismondo Bàthory, Pietro Giovanni Leleszi, spiegarono un zelo, che non poteva venire superato. Uno dei loro migliori, l’ungherese Stefano Szàntó (Arator) spiegò la sua azione a Gran Varadino, dove la sua vita irreprensibile persuase molti novatori della falsità delle loro opinioni sui preti cattolici. Szàntó si misurò anche in dispute di più settimane con i calvinisti, i quali non poterono rispondergli. Con grande risultato i gesuiti svolsero inoltre la loro azione presso i magiari della Transilvania orientale e ai confini turchi in Lugos e Karànsebes. La fama della loro capacità sacerdotale come della dottrina si diffuse sempre più. Per preghiera di Bàthory nell’autunno del 1585 il loro istituto di educazione a Klausenburg si trasformò in una specie di accademia.3 Le benemerenze di Bàthory per la diffusione della fede cattolica per il progresso della restaurazione cattolica le celebrò lo stesso Carlo Borromeo in numerose sue lettere.4 II papa le riconobbe solennemente, inviando nel 1579 una spada benedetta assieme al berretto.5 II re accarezzava continuamente nuovi progetti per consolidare l’opera della restaurazione cattolica nel suo regno. Così si dette premura di chiamare per suo predicatore aulico Roberto Bellarmino6 già pervenuto in grande fama con le sue lezioni teologiche al Collegio Romano dei gesuiti, come anche della fondazione, indicata come necessaria anche da Caligari, di un collegio polacco nell’eterna città, che allo stesso modo del Collegio Germanico, dovesse diventare un vivaio di virtuosi e dotti Irogetti (li Posse vino dal 1584 per l’Ungheria nel Fonte« rer. Transiti'. Ili, 209. Vedi anche Fraknói, Hagyarorszàg egyhdzi in politikai óiszekijttctései a fmiai szent-székkel (relazioni religiose politiche dell'Ungheria con la Santa Sede) III, Budapest 1903, 167 s. 1 Vedi Vekess, Fontes I, 211 s., 297 s., 303 s. 2 Su F. Capece che nel 1568 morì in servizio degli appestati, cfr. Tacchi Vehtubi, Opere ut or. di il. Ricci II, 398 s. e Volpe, Antonio Capcce martire Giappone, Napoli 1912, 12 s. 3 Vedi Veress, Fontes II, vi. 4 Vedi Scelta di curios. lett. 198 (1883), 83 s., 93, 99 s. 5 Vedi Theiner III, 74; Boratynski, Caiigarii Epist. 340, 364, 435. La vagina della spada si trova ora nel museo Czartoryski a Craco\ia. 6 Vedi Bobatynski loc. cit. 54.