Pace separata di Venezia con la Turchia. 241 Nel discorso del papa ai cardinali si rivelò in maniera commovente il suo dolore per l’abbandono della Lega compiuto da Venezia, avvenuto del tutto inatteso durante gli armamenti per la nuova campagna contro i Turchi, e che annientava tutte le speranze di salvarsi da essi. «Voi avete inteso, così cominciò lui, ciò che per nostro sommo dolore hanno fatto i Veneziani; come essi abbiano agito contro le decisioni della santa Alleanza; contro le loro promesse, contro il loro giuramento hanno conchiuso una pace vergognosa con i tiranni di Turchia a danno della S. Sede, della Spagna, di loro stessi e dell’intiera cristianità. Poiché noi 10 temevamo, abbiamo noi spesso avvertito il loro inviato, il quale I ciò ripetutamente ci aveva rassicurati che i Veneziani avreb-! "o tenuto fermo alla Lega». In seguito alluse Gregorio al fatto che la separazione di Venezia era avvenuta appunto nel momento in cui da parte dei cristiani si preparava tutto per la campagna, in cui il nemico non era ancora completamente armato ed inoltre era minacciato dalla Persia. In ultimo lamentò il papa le condizioni della pace, le quali non sarebbero state meno sfavorevoli, mì la Repubblica di Venezia fosse stata vinta e da tutti abbandonata. Doversi temere il castigo di Dio, che i Turchi compensino in ugual maniera il tradimento compiuto da Venezia verso i suoi alleati e che cerchino di distruggere intieramente la Repubblica. Sopraffatto dal dolore, chiuse il papa con le parole : « Preghiamo 11 Signore che allontani da noi l’ira sua e che abbia misericordia della sua Chiesa».1 Tutta Roma prese parte alla giusta indignazione del papa. Venezia si era resa odiosa finanche ai fanciulli, dice l’inviato di Mantova.2 L’indignazione era così grande che Paolo Tiepolo per più giorni non osò lasciare il palazzo di S. Marco. In principio tutti i cardinali ad eccezione di Cornaro, lo sfuggivano come uno scomunicato.3 Del resto anche altrove in Italia la Repubblica di S. Marco aveva contro di sé la pubblica opinione. Quanto più grandi erano state le speranze che ovunque erano state poste nella vittoria di Lepanto, tanto più dolorosa fu adesso la delusione. Dietro questo 1 Vedi Santori, Diario concisi. XXIY, 126 s. e la ‘relazione di C. Capilupi 'l'-ll’ll aprile 1573, Archivio Gonzaga in Mantova. Ofr. la * lettera di Cusano dell’ll aprile 1573. Archivio di Stato in Vienna. - Vedi la * relazione di C. Capilupi in data di Roma 15 aprile 1:>73, A r -•‘bivio Gonzaga in Mantova. Odescalchi * scrive il 7 adirile : « Non Poterla credere V. E. quanto questo negotio della pace de Venetiani babia dato : ‘l'ratione alla corte di Roma et quanto odio et murmurationi habia concitato contro detti Venetiani». Ibid. 3 P. Tikpolo 226. 237. * Relazione di C. Capilupi del 15 aprile 1573, A r -c M v i 0 Gonzaga in Mantova. Cfr. Gratianus, De bello 327 ; Serrano, Liga II, 291. Pastor, storia dei Papi. IX. 16