130 Gregorio XIII. 1572-1585 Capitolo 2. Che se le adunanze festive presso S. Onofrio attirarono gente sempre numerosa, altrettanto avvenne in un grado più elevato per un’altra istituzione che Filippo aveva ideata nell’interesse religioso dei suoi diletti romani. Memore della potente impressione che egli nella gioventù aveva ricevuto nella visita delle sette chiese primarie di Roma, S. Pietro, il Laterano, S. Maria Maggiore, S. Paolo, S. Lorenzo, S. Croce in Gerusalemme, S. Sebastiano, stabilì uha visita in comune a questi santuari in un giorno del carnevale o di Pasqua. L’esito dimostrò che il grande uomo aveva con questo incontrato il gusto dei romani. Dapprima lo accompagnarono in questo pellegrinaggio solo venti o trenta compagni, presto però salì il numero dei pellegrinanti a parecchie migliaia ; si unirono al corteo pure alti prelati e papi.1 Per secoli questo comune pellegrinaggio diventò una devozione prediletta dei cittadini come dei forestieri che pellegrinavano a Roma; si trattava di un esercizio nel quale i più santi ricordi del Redentore, degli apostoli, dei martiri, la poesia di una gita in primavera, un severo spirito di penitenza si congiungevano con una innocente ricreazione, e la devozione degli uni, colla partecipazione di tanti altri, si accresceva ed accendeva sempre di nuovo. Ai figli di Roma in particolare presentavasi ancora una volta avanti agli occhi in modo sensibile ciò che in essa possedevano, quando l’imponente corteo lasciava la cerchia delle antiche e grigie mura onde raggiungere per silenziose vie attraverso vigneti e giardini lè basiliche poste al di fuori della città.2 La Roma cristiana che di fronte alla pagana qualche volta durante la rinascenza ingiustamente era stata respinta nell’ombra, rientrava tutta di nuovo in possesso dei suoi pieni diritti. Questo felice impulso e queste istituzioni elevarono il Neri all’altezza di un apostolo dell’intiera Roma. Egli era inoltre fornito di qualità meravigliose. Con tutte le classi della popolazione sapeva egli contenersi, con ciascuno indovinare l’accento che trova un’eco, con cardinali di alto lignaggio, con l’aristocrazia, come con i malati dell’ospedale e con il poverello della via. I suoi risultati, la persuasione che egli operasse miracoli,3 e che non di rado avesse letto nel segreto dei cuori,4 dettero a lui una stima immensa. La 1 Capecelatko I, 287 S. Nell’atrio della cappella di S. Isidoro nella via delle Sette Chiese il dotto oratoriano G. Oalenzio fece scrivere le seguenti parole di Filippo Neri : « Sarai sarai e poi? e poi tutto passa. Paradiso, paradiso». 2 Gfr. Barbier de Montauxt, Oeu vres VI. SI : Armellini. La visita ielle sette chiese e san Filippo Neri, Roma 189-1; Laemmek, Diatriba 35. F. Hettinger, Aus Welt und Kirche I4, Freiburg 1807, 60 sm. M. iMeschler in Stimmen aus Maria-Laach LVIII (1900), 19 ss., 153 ss. Periodico 8. Filippo Neri A. II (1922» Nr. 5. 3 Capeceiatro I, 420 ss., II, 2-10. * Ibid. II, 360 ss.