Memoriali su le condizioni in Germania. 425 capitolazione elettorale, elie non chiederà una dispensa da quel giuramento nè l’accetterà, e che mai darà notizia di questa convenzione a chicchessia fosse pure il papa.1 I vescovi, che vengono scelti fra questa gente, naturalmente dopo questa vita precedente non capiscono nulla dell’amministrazione del loro iiflicio nè se ne preoccupano affatto, nè azzardano per la capitolazione elettorale toccare il bubbone pestilenziale dei loro canonici e lasciano durare scandali ributtanti. La cura della diocesi essi la passano ad un loro rappresentante, il quale quindi non possiede la necessaria autorità di fare ascoltare le sne osservazioni; invece essi stessi cercano di elevare in alto ed arricchire le proprie famiglie, si divertono nello spiegare lusso e pompa mondana e vogliono esser nominati piuttosto principi che vescovi.2 La fine di tutto era quindi in tante diocesi, o che il vescovo stesso apostatava dalla Chiesa o il capitolo eleggeva a vescovo un protestante, seppure non preferiva di non fare più alcuna elezione, e (li mettere in mano ad un principe protestante l’amministrazione civile di quel territorio finora ecclesiastico. 3 La salvezza per i cattolici tedeschi in tali difficoltà non poteva venire dai vescovi, ma solo dal centro della Chiesa universale: solo questo mezzo straordinario di salvezza sembrava prometterla sul serio. Il male, così giudica un parere all’incirca del 1576, apparisce appunto per questo quasi inguaribile, perchè gli ecclesiastici e i prelati vogliono appena più riconoscere ed ascoltare la madre e maestra di tutte le Chiese, la Chiesa Romana.4 Anche presso molti cattolici tedeschi, Roma gode una pessima fama, dice un prete educato probabilmente in Roma; se si parla di riforma in Germania, suona la risposta, che si potrebbe cominciare prima in Roma : se i più miti come i più forti mezzi di salvezza portano l'impronta di Roma, sono giudicati amari ed inadatti; solo costretti dalla necessità viene ancora mantenuta in apparenza l’unione con la s*‘