Metodo semplice, austero e regolato della vita del Papa. 31 Il restante del mattino era esclusivamente dedicato alle udienze, che Gregorio XIII concedeva così largamente, che già nel 1573 dovè mettervi un limite.1 Esse vennero però sempre concesse con larghezza.2 Se eccezionalmente vi era una grande moltitudine, veniva ritardata l’ora del pranzo. Prima di questo il papa recitava pure nona e vespro; il pranzo durava al massimo mezz’ora;3 lo cominciava in silenzio, mentre un cappellano leggeva un libro spirituale. Nella buona stagione il papa, cui l’aria fresca procurava grande piacere, soleva mangiare in una loggia aperta. La temperanza, che Gregorio XIII osservava a tavola, anche prima che egli fosse papa, fu rilevata già dai suoi contemporanei ; anche nel più forte calore, beveva solo tre piccoli bicchieri di vino inacquato a pranzo e due la sera. Egli si contentava anche d’una qualità molto comune.4 Nessuno potè osservare se dava la preferenza ad una pietanza; egli mangiava tutto ciò che gli veniva presentato; anche all’apparecchiamento non dava alcun valore; per lui tutto stava bene, teneva solo che per entrambi i pasti non venissero spesi giornalmente più di due scudi.5 Nessuna meraviglia che il papa, dopo un così parco desinare, tornasse subito di nuovo agli affari e che, anche nel caldo fortissimo, potesse rinunziare ad un poco di riposo.6 Dopo il pranzo Gregorio XIII si faceva leggere dapprima le istanze presentate. In ogni mercoledì e sabato nel pomeriggio egli riceveva il segretario dei brevi, mentre il segretario della Dataria si doveva far vedere ogni giorno. Quindi presentavasi il Cardinal nepote, il quale esponeva i provvedimenti della Consulta per lo Stato pontificio. Dopo 1 Quanto fosse generoso Gregorio XIII con le udienze, viene ripetutamente rilevato dagli ambasciatori ; v. la 4 lettera di Aless. (le Medici del 24 maggio 1572 e di Francesco Cerini del 30 maggio e 18 giugno 1572, Archivio di Stato in Firenze. Su la limitazione delle udienze private * ci informa A. Zibramonte il 3 gennaio 1573, Archivio Gonzaga in Mantova; esse perO restarono limitate sempre con generosità ; v. l'epistola del .1577 citata nella nota n. 7. 2 Cfr. Montaigne I, 220. 3 Cfr. in App. nn. 71-75 le * Memorie del card. Galli e Ciappi 71. Musotti e Speciani ammettono solo un quarto d’ora. * Su la sobrietà di Gregorio XIII. insieme alle testimonianze in App. numeri 71-75, 76-80 cfr. in particolare le note del suo famigliare Venanzio da Camerino, che ci informa del bere misurato del papa anche nella stagione più arsa ed osserva in proposito: «et inacquava li raspati piccolissimi et diceva a noi che bevessimo il greco di Somma et gli lassassimo stare il suo raspato, di che era benissimo obedito da noi», Archivio Boncompagni in Roma. 5 * « Fu sempre parco et sobrio nel vivere in maniera che cardinale et pontefice visse sempre come prima, contentandosi d’una vivanda o due, nè si spendeva mai per la sua tavola più di due scudi d’oro al giorno». Nore del Taverna in Archivio Boncompagni in Roma. Cfr. le liste delle vivande presso Ciappi 70 s. 15 Vedi assieme a * Musotti in App. nn. 81-85 le note di Speciani, p. 38, Archivio Boncompagni in Roma.