Influenza di Carlo Borromeo uella Svizzera. nesi e ciò che da essi può esigere. Che difatti il popolo avesse la migliore volontà, adesso appariva chiaro agli occhi di tutti. Al contrario è incomprensibile il contegno di Ayamonte il quale, appunto nella III domenica di quaresima, tanto contestata, apparecchiò di nuovo il suo torneo, cosicché il rumore dei trombettieri penetrò nei dintorni del duomo senza però attirare un grande numero di spettatori, ma disturbò la predica del vescovo.1 Non molto dopo Gregorio XIII diresse un breve ai milanesi, con il quale l’arcivescovo veniva pienamente giustificato.Il Borromeo quando si accomiatò aveva avuto dal papa l’avvertimento di difender pure i diritti della sua Chiesa senza prima interrogare Roma.3 Alla fine di aprile 1580 il viceré venne a morte.4 Borromeo non si lasciò per questo distogliere dalla sua decisione, già da lungo tempo presa, di mettere in chiaro presso il re di Spagna a mezzo di un inviato segreto, gli avvenimenti di Milano, e le sue contese con il viceré. La sua scelta per il difficile compito cadde sul barnabita Carlo Bascapè, il quale ottenne un pieno risultato presso Filippo II. * I nuovi governatori Guevara y Padilla (1580-1583) e Carlo di Aragona duca di Terranuova tennero in Milano il pieno accordo fra l’autorità civile e quella ecclesiastica.6 Durante le vertenze con Ayamonte cade l’avvenimento che attestò col massimo splendore la generosità del Borromeo e che, forse più di ogni altra cosa ha reso famoso il suo nome : la grande peste di Milano.7 È caratteristico per Ayamonte che neppure una volta questo eroico sacrificarsi dell’arcivescovo abbia valso a farlo pronunciare su lui in maniera conciliativa; al contrario alcune cose che il Borromeo aveva allora intrapreso con la migliore intenzione, furon da lui interpretate come un’usurpazione del potere civile. Il ritorno delle relazioni amichevoli con il governatore e Terranova, rese possibile all’instancabile difensore della Chiesa, di rivolgere la sua attenzione alle regioni alpestri del nord d’Italia. ' Ignoranza religiosa, errori nella fede, immoralità erano ivi in rigogliosa efflorescenza assieme alle stregonerie; per i novatori di lingua italiana, questi luoghi erano un rifugio sicuro; all’ Italia sovrastava un continuo pericolo, che di là il protestantesimo si 1 Bascapè 1. 5, c. 9, )>. 129b. 2 Giussano 1. 6, c. 4, p. 390 s. 3 Sylvain II, 248. 4 Bascapè 1. 5, e. 9, 130 s. s Ibid. c. 11, p. 132-140. Giussano 1. 6, c. 9, p. 408 ss. Cfr. i documenti su la missione presso Sala, Dovimi. II, 70-94. 6 Bascapè 1. 6, c. 1, p. 141 s. 7 Ofr. la * descrizione in App. n. 87. 8 Bascapè 1. 6, c. 4 s., p. 149-156.