Introduzione. 3 Gregorio XIII possedeva tutte le qualità esigibili per un tale compito: un amore instancabile al lavoro, una forte attitudine al governo, ampiezza di vedute, occhio acuto, fermezza, straordinaria capacità organizzatrice e fine cognizione delle forze reali della vita. Nella capacità di misurarsi con queste, come nel saggio e prudente contegno di fronte ai principi, egli superava i suoi predecessori, ugualmente, come Pio IV aveva superato a questo riguardo papa Carafa. Ciò fu di un’importanza tanto più grande in quan-tochè la pressione esercitata dall’impero mondiale della Spagna, sia su tutta l’Italia, come su la Santa Sede, si rendeva sensibilmente ognora più visibile. Per quanto Filippo II fosse sceso in campo quale pioniere degli interessi religiosi, pure egli cercò innanzi tutto il suo proprio vantaggio. Mentre egli con una mano difendeva la Chiesa, le imponeva con l’altra un freno insopportabile. Occorse grande arte per tutelare da un lato i diritti inalienabili della Santa Sede di fronte al cesaro-papismo del re cattolico, e dall’altro rendere possibile la sua cooperazione, necessaria contro il nemico comune, i novatori religiosi del protestantesimo. Con molta sagacia comprese Gregorio XIII che allo scopo della riforma e della restaurazione cattolica poteva servirsi dell’Or-dine dei Gesuiti, il quale, per il suo carattere universale ed internazionale, appariva particolarmente adatto ad una tale cooperazione. Era appena trascorsa una generazione dacché l’antico capitano di Carlo V, aveva messo a disposizione del capo della Chiesa il primo nucleo delle sue truppe (la Compagnia di Gesù), che già quest’Ordine svolgeva la sua azione non solo in Italia, in Spagna e in Portogallo, ma pure in Germania, in Plancia, nei Paesi Bassi, nello stesso Brasile, nelle Indie e nel Giappone onde approfondire ed estendere sempre più, nel tempo avvenire, la sua instancabile attività. Con Gregorio XIII incominciò il periodo luminoso della Compagnia di Gesù. I Gesuiti trovansi al suo servizio in quasi tutte le nazioni d’Europa. Possevino si sforza a Stoccolma di riguadagnare alla Chiesa il re di Svezia ; egli trattò, come rappresentante del papa, la pace fra la Polonia e la Russia, e intrepido espose nel Kremlino in Mosca a Ivan il Terribile i principi della fede cattolica. Furono preferibilmente i Gesuiti, che in ogni guisa, anche con pericolo della loro vita, cercarono portare aiuto nei regni protestanti, particolarmente in Inghilterra, ai cattolici oppressi, e che tentarono ricondurre all’unità la Germania religiosamente divisa. Furono particolarmente i Gesuiti che nelle terre pagane, al difuori di Europa, portarono la benedizione del vangelo. Anche storici protestanti hanno tributato grandi elogi alla generosità ed allo spirito di sacrificio di cui i discepoli del Lojola davano prova.