tichi, dove Lucullo ammirava i tramonti romani, la cangiò Ferdinando in un Museo; egli acquistò la proprietà nel 1576 dal cardinale Ricci,1 per cui Annibaie Lippi aveva costruito questo finissimo fiore dell’arte delle ville romane 2 e l’abbellì e l’ingrandì in maniera considerevole. Villa e giardino come ancora oggi si ammirano congiunte in uno splendido assieme, possono perciò venir designate come opera del Mediceo, il cui nome con diritto è restato a quel posto. La facciata della villa verso il giardino, un’immagine insuperabile di pura solennità della rinascenza, è coperta intieramente con sculture classiche; davanti alla rampa erano posti fra le colonne i due antichi leoni che si vedono oggi nella loggia de’ Lanzi a Firenze.3 Come l’edificio così pure il giardino, donde si apre la più splendida vista della città eterna, era destinato ad accogliere statue che il suolo inesauribile di Roma proprio in quel tempo diffondeva in larga abbondanza.4 Nell’anno 1583 Ferdinando de’ Medici, che già prima per 4000 scudi aveva comprato la raccolta Capranica, acquistò il gruppo delle Niobidi trovato all’Esquilino in una vigna della villa Altieri.5 Egli lo fece esporre in un edificio semi-circolare nei pressi dell’attuale passeggiata del Pincio in una piccola loggia sostenuta da quattro pilastri, attorno al cavallo che era stato nello stesso tempo trovato. Una serie di altre pregevoli antichità fu collocata nelle nicchie delle alte mura di sostegno della terrazza verso sud. Una graziosa loggia edificata sulle antiche mure della città ebbe per decorazione la dormiente Arianna,.* Un anno dopo l’acquisto del gruppo delle Niobidi arricchì il cardinale la sua raccolta, avendo comperato per la piccola somma di 4000 ducati le antichità dei palazzi Valle e Capranica, fra le quali si trovava la celebre Venere Medicea.7 Le scelte opere di arte e la pompa del 1 Cfr. le * comunicazioni provenienti dall’Archivio Ricci in Roma nell’App. n. 10, che almeno rischiarano un poco l’oscurità sulla storia della costruzione della villa Medici lamentata da Friedländeb (Kasino Pius IV, p. 30). Sulla villa eretta sul Celio da Ciriaco Mattei nel 1582, v. oltre a Gotihein 1, 324 s., anche Lanciasi 111, 83 s. e Perbeyve, Souvenir de la villa Mattei à Rome. Paris 1900. Sulla villa del card. Montalto si parlerà nel volume seguente su Sisto Y. 2 Bergner, Das barocke Rom, Leipzig 1914, 34 s. 3 Per il seguito cfr. sopratutto Gotiiein I, 315 s. Vedi anchel ¡Baltakd, Villa Medici a Roma (1847) ; H. Htìffeb nell ’Italia (li Hildebrand (1877) ; Jtjsti, Winckelmann II, 18. 4 Assieme al lavoro di Lanciani IV passim, vedi anche 1’ * Avviso di Roma del 16 maggio 1582, in App. n. 45-47, e la * relazione di Fr. de Mendoza del 16 gennaio 1574 (Archivio di Stato in Vienna), App. n. .13“. Sull’esportazione di antichità da Roma vedi la monografia di Bertolotti, Esportazione di oggetti di Belle arti, estratto dalla Rivista Europ., s. a. 5 Ofr. Stark, Niobe und Niobjden, Lipsia 1863. 6 Vedi Gothein I, 316. 7 Vedi Michaelis in Jahrbuch des Deutschen Archilo!. Instituts VI, 224. Il -7 ottobre 1584 comunica un * Avviso di. Roma che le antichità acquistate