6 che metteva capo all'agro Mestrino e a quello Altinate; in territorio opitergino, dove i Civitatini conservarono anche diritti di proprietà ; nel territorio dell’ alto trevigiano da Zenson al Friuli ; nel territorio friulano delle selve forogiuliesi costiere. Verso il territorio padovano invece si estesero i diritti del centro clodiense, che ebbe una lunga storia, che fu veramente colonia romana nella laguna meridionale, che fu scalo e sbocco diretto al mare del Municipio padovano. Anche nello sviluppo posteriore conservò, rispetto agli altri centri, struttura e fisionomia coerenti alla sua origine. Nell’ 812, dopo secolare conflitto fra il regno franco-longobardo e l’impero bizantino, combattuto in questo angolo di terra, era definita V area di espansione degli abitanti lagunari oltre i termini del confine politico. In tale occasione furono 'precisati gli inalienabili diritti, che queste genti conservavano nel regno, facendo appello a titoli immemorabili. Automaticamente fu ripercorso il cammino battuto dagli emigrati per giungere dalle vecchie alle nuove dimore. Le migrazioni. Lo sviluppo organico e sistematico dei nuovi centri di insediamento in laguna non era remoto di tanti secoli, sì che fosse perduto il ricordo della provenienza e fossero estinti i gelosi diritti, tacitamente custoditi, sopra la terraferma. La loro continuità era assicurata dal quotidiano metodico esercizio, che neppure il succedersi di alterne vicende belliche era riuscito a interrompere. Le vecchie stazioni di transito distribuite lungo le vie fluviali della laguna, dai porti interni al mare, segnalate da residui archeologici, ovvero le sedi di pescatori o di coltivatori, forse non permanenti, i nuclei più compatti sopra i lidi, o le propaggini di vita di terraferma, d’altri tempi, in isole prossime alla costa, non avevano lasciato traccie, intorno alle quali potessero esser ricostituiti centri omogenei, stabili e continui. Le più antiche e più serie leggende delle migrazioni lagunari dei sec. V e VI sorprendono i fuggiaschi, guidati da ispirazione divina, traverso spazi inospiti, tra terre abbandonate, sopra le quali non era segno, o quasi, di vita umana. Avversità di natura costringevano i profughi a dura lotta per costruire dimore e fissare la sede, più o meno fortuitamente scelta quale