516 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 9. quindi per conseguenza, elie le autorità cattoliche, le quali nell’assenza delle autorità ecclesiastiche si immischiavano con la migliore intenzione lentamente ampliarono come difensori le loro attribuzioni in una )ua. mera sconveniente ed abusiva, cosicché la libertà ecclesiastica min.i . ¡;,i , di perire. Ninguarda in una sua relazione al segretario di Stato, parla della vita scandalosa degli ecclesiastici, della noncuranza assoluta della clausura nei monasteri femminili, delle usurpazioni delle autorità civili che avevano portato numerosi conventi ad una piena dipendenza e avevano usurpato l’autorità giudiziaria sul clero. Solo Lucerna fa- a ei cezione, dove il tribunale per gli ecclesiastici da alcun tempo era lasciatn al decano.1 Nello stesso giudizio del Ninguarda era venuto poco prima Carlo Borromeo.2 Dopo il suo viaggio nell’interno della Svizzera nel 1570 egli aveva fatto alla S. Sede due progetti per il rinnovamento religioso di quella regione: doveva venir stabilito per la Svizzera un proprio rappresentante del Papa, il quale in opposizione ai nunzi precedenti volgesse la sua attenzione, non alla politica, ma in prima linea alla riforma interna della Chiesa; inoltre doveva venire eretto in Lucerna un collegio di Gesuiti per la Svizzera tedesca, ed infine venir fondato il seminario già ideato a Costanza.3 Sotto Pio V non era stato possibile di realizzare alcuno di questi progetti. 4 Ma il suo successore tosto si prese cura che anche la Svizzera Tedesca avesse i suoi istituti di istruzione. Il disegno di Gregorio XIII di fondare a Costanza un collegio di Gesuiti non fu però attualo: con tanto più piacere corrispose egli al desiderio dei cittadini di Lucerna che venissero inviati alcuni membri della compagnia di Gesù. Nell'estate 15S4 essi iniziarono la loro azione nell’opera pastorale e nella scuola.5 L’istruzione che il provinciale dei Gesuiti della Germania superiore dette ad entrambi i padri, che per primi furono inviati a Lucerna, raccomandava loro di adattarsi il più possibile in tutto alla semplicità del popolo. Il padre Leubenstein doveva particolarmente occuparsi delia predicazione, il padre Liner del catechismo; a quest’ultimo furono ino) tre raccomandati espressamente gli ospedali, le carceri e gli ammalati. «Nelle prediche vanno evitate espressioni di rimprovero, e deve predominare l’amore e la preghiera. Nè dovevano occuparsi delle dimostra-a ioni degli eretici, ma che vengano impresse le dottrine cattolici ■ soli damente, in forma popolare e breve, non troppo erudita. La stessa cosa vale pure per il catechismo. Nelle loro esigenze devono essere discreti-imparare bene la lingua, non ammettere facilmente donne fuorché nel 1 Ninguarda a Galli l’S luglio 1579, Steffens-Reinhardt I. 3S0 ss. 2 Cfr. il nostro vol. Vili, 487 s. ■» Reiniiardt-'Steffens, introd. p. occxxvn. 4 Cfr. il nostro vol. Vili, 491 ss. 5 Cfr. iSegesser, Rechtsgescli. von Luzern IV. 551s. e Ludwig Pfvi i ì- 11 i>*s.; Fleischlin, Ans den Annalen des Gymnasiums zu Luzern in «»>>• natsrosen XXV; Gbütee, Das Kollegium zu Luzern unter dem ersten *<*<" P. Martin Leubenstein, Luzern 1905 ; Duhr I, 211s. Vedi anche J. Zur Gesch. des höheren Schulwesens in Luzern, nella Festschrift zur En'iif" des neuen Kantonsschulgebäudes, Luzern 1893.