30 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo I. di 100 scudi al mese che ottenne dal fratello era così magro, il dono così meschinamente limitato, che questi lamentavasi che il pontificato di Gregorio gli portasse più danno che utile, poiché 10 costringeva ad un maggiore dispendio di quello che ammontasse il sussidio da parte del papa.1 In occasione della morte improvvisa dell’unico fìglioletto di Giacomo, avvenuta nel settembre 1582, per cui l’esistenza della famiglia fu messa in pericolo, Gregorio mostrò piena calma e padronanza di sé. Questo va tanto più rilevato in quanto il nipote gli era particolarmente caro.2 Come il trattenere i nipoti da qualsiasi indebita ingerenza,3 così anche il semplice modo di vivere severo e misurato di Gregorio XIII, il suo fedele adempimento dei doveri, l’instancabile brama di lavoro, la sua sincera pietà, la sua carità del prossimo sommamente operosa, mostrarono che egli non solo con le parole, ma anche coi fatti, si sforzava seriamente di imitare il suo antecessore. Su la maniera di vivere del papa trovansi minuziose descrizioni uscite dalla penna del suo maggiordomo, Alessandro Musotti, e del cardinale Galli, segretario di Stato,4 che pure vengono confermate e completate con altre relazioni.5 Gregorio XIII appartiene a quegli uomini per i quali, la massima gioia sta nel lavoro instancabile. Pertanto apprezzava egli nella stessa vasta misura il valore del tempo : niente di più prezioso, era solito egli dire, possiede l’uomo, e nel suo uso deve ciascuno agire tanto più coscenziosamente quanto è più elevato il suo grado.6 A seconda di questo principio regolava il papa la sua vita. 11 tempo del suo riposo era limitato a sette ore. Egli, come era stata sua abitudine già prima, d’estate e d’inverno si alzava avanti l’alba. Il suo primo atto era la recita delle ore canoniche. Quindi ascoltava una santa messa, ovvero anch’egli la diceva, il che avveniva più volte nella settimana,7 come in tutte le domeniche ed altri giorni festivi e durante tutto il tempo del digiuno. Non celebrava mai senza essersi immediatamente prima confessato. i P. Tiepolo 221. ~ Vedi le * Considerazioni di Ces. Speciani e le * Memorie del card. Galli. Archivio Boncompagni in Roma. 3 Cfr. il ■ giudizio di ¡Montaigne I, 220. 4 Vedi in App. 71-84 il contesto di questa fonte di notizie, sino ad ora intieramente sconosciuta, da me trovata nell’Archivio Boncompagni in Roma. s Cfr. P. Tiepolo 212 s. ; Cìappi 68 s.'; Montaigne I, 226 s. e le annotazioni di Venanzio da Camerino, Taverna e Speciani in Archivio Boncompagni in Roma. e Vedi in App. nn. 76-80 le * annotazioni di Musotti, Archivio Boncompagni in Roma. ? Secondo l’Epistola ex Romana Urbe in Oermaniam missa (Ingolstadii 1577), al minimo 4 volte alla settimana.