150 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 2. armatura con spada e bilancia nelle mani, Adamo ed Èva con il pomo, Noè con l’Arca, Isacco con pezzi di legna, Abramo con il coltello del sacrifìcio, Melchisedech con le vesti di sommo sacerdote, Giacobbe vestito da principe orientale con la scala, Giobbe pieno di ferite, Mosè vestito di oro con le tavole della legge, Aronne in vesti di sacerdote e con l’incensiere, Giosuè in armi con la figura del sole, Gedeone in corazza con tromba, Sansone con le porte di bronzo della città, David con la testa di Golia, Raffaele che conduceva Tobia, Esdra con la candida in-fula e la tazza d’argento in mano, Isaia vestito tutto in rosso, Amos in costume di pastore, Giuditta col capo di Oloferne, Geremia con una lunga veste rossa, Maccabeo con la testa e il braccio di Nicànore. Dieci piccoli bambini simboleggiavano i fanciulli uccisi da Erode, Giovanni Battista portava una croce di canna con l’iscrizione «Ecco l’Agnello di Dio». A lui si univano i quattro Evangelisti con i loro libri in mano, accompagnati dai dottori della Chiesa: Gregorio in bianche vesti pontificie, Girolamo nel rosso abito cardinalizio, Ambrogio ed Agostino in vesti vescovili. La chiusura la formava il carro di trionfo della Chiesa, che apparentemente si moveva da sè. Esso traeva l’Arca di Noè adornata d’immagini allegoriche e di ulteriori ornamenti che doveva rappresentare la Chiesa universale. Nell’ alto della carrozza si vedeva Gregorio XIII con il globo nella sinistra e la destra alzata per benedire, ai suoi piedi la figura della Prudenza, da un lato la Giustizia con le bilancie in mano, dall’altro la Carità con tre piccoli bambini. Le immagini sull’Arca di Noè rappresentavano, a destra Gregorio VII che riceve il pentito Enrico IV, a sinistra Gregorio IV come istitutore della pace. Due angeli portavano la seguente scritta dedicata dagli abitanti di S. Genesio : « La Chiesa cattolica apostolica Romana retta per lungo tempo dai santi Padri, illuminata e accresciuta con la dottrina e la meravigliosa virtù di dodici papi che si chiamarono Gregorio, ed ora sotto il tredicesimo di questo nome, pieno di rettitudine e beatitudine, felice e trionfante ». Anche nelle processioni di ragazzi, organizzate dai Fratelli della Dottrina cristiana di Roma si videro rappresentazioni allegoriche del nuovo e del vecchio Testamento.1 La processione di Faenza attirò molto l’attenzione ed offrì occasione agli intervenuti di cancellare la triste impressione che aveva destato ai tempi di Pio V2 la diffusione dei principii protestanti.3 In altre processioni, per esempio in quella di Perugia, di Brescia e di Lucca fece me- 1 Vedi Riera 81b. Sulle rappresentazioni allegoriche dei pellegrini di Terni v. ibid. 76 s. 2 Vedi il nostro voi. Vili, 214 s. 3 Cfr. Lanzoni in Bollctt. dioces. di Faenza IV, (1917), n. 10. p. 151 s.