Scoperta delle catacombe dei Giordani (1578). 193 l’antichità dei dogmi della Chiesa, che i novatori religiosi mettevano in dubbio. Gregorio XIII comprese tosto l’importanza della nuova scoperta, in cui dapprima si credette di riconoscere le catacombe di S. Priscilla. Egli inviò il cardinale vicario Savelli, il generale dei Gesuiti e il dotto Mureto per farne un preciso rilievo.1 La notizia della meravigliosa scoperta presto si diffuse in Roma, dove la popolazione andò in tale entusiasmo da trovare un riscontro in quello che aveva suscitato il 15 aprile 1485 la scoperta di un antico cadavere di una giovane nella via Appia.2 Non ostante il caldo opprimente dell’estate, accorsero numerosi romani alla via Salaria Nuova e ruppero lo steccato che il cardinale vicario aveva fatto costruire attorno al luogo degli scavi.3 Fra i visitatori si vedevano rappresentanti di ogni ceto; vicino ai dotti anche i cardinali e i prelati. « Il luogo — così è detto in una relazione dell’agosto 1578 — è così venerando per l’antichità, per la religione e per la santità, che in tutti coloro che entrano e che vi riflettano da vicino, eccita commozione sino alle lacrime. Possono ivi raffigurarsi le persecuzioni, gli stenti e la pietà dei pii componenti della Chiesa primitiva. È apparsa una nuova conferma della nostra religione cattolica. Si può ora vedere con il proprio occhio, come nel tempo degl’idoli pagani, quei pii e santi amici del Signore, allorché loro venivano proibite le pubbliche adunanze, in queste grotte e sotterranei della terra dipingevano e veneravano le immagini sacre; immagini che adesso i cristiani accecati cercano rimuovere con sacrilego zelo dalle chiese».4 Dall’entusiasmo generale che suscitò in Roma la scoperta delle catacombe dei Giordani — poiché questo è il vero nome del cimitero allora trovato6 — si disgiunse solo un inglese, che era un agente segreto della regina Elisabetta d’Inghilterra. La sua stizza per l’importante fonte apologetica, che per i cattolici ivi si era scoperta, si fece sentire nella maniera maligna con cui derideva la pia gioia e la credulità dei Romani, che in ogni sepolcro, come egli dice, credevano di riconoscere le reliquie di un martire.6 1 Questo fatto finora sconosciuto ce !o comunica la più antica notizia dello scavo riferita a p. 189, n. 2. 2 Vedi il nostro voi. Ili, 239 s. 3 * « Vicino al cimitero di S. Priscilla trovato dì passato si sono scoperte sotto terra alquante cappellette et oratorii di stucco ornati con vaghissimi lavori, dove concorre tutta Roma rompendo li steccati fatti li attorno per ordine del card. Savello». Avviso di Roma del 2 agosto 1578, Uri). lOtfi, p. 372, Biblioteca Vaticana. 4 Vedi Satjeeland in Ròm. Quartalschrift II, 211 s. 5 Vedi de Rossi, Bullett. di archeol. crist., 1873, 6 s. 6 Vedi A. Munday, English Roman Life, London 1581, nuova edizione in Harleian MisceUanies II, 194. Cfr. Bullett. di archeol. crMt., 1876, 130, n. 2. Pastor, Storia dei Papi, IX. 13