Portia ed il vescovo Blarer di Basilea. larmente per mezzo del collegio di Porrentruy egli riuscì a rinnovare il suo clero ; per la formazione di poveri giovani si assunse tgli stesso le spese.1 Il frutto delle sue premure e dei suoi sacrifici, Giacomo Cristoforo lo raccolse però solo sotto i successori di Gre-iorio XIII; quando nel 1602 fece eseguire una visita solenne per mezzo del vescovo ausiliare Francesco Bär in compagnia del vicario generale e di un gesuita, il popolo ovunque si affollò alla predica ed al catechismo, che due volte al giorno venivano tenuti dai Gesuiti, aprì spontaneamente le chiese e dette tutte le prove di sottomissione.2 Poco dopo la presa di possesso di Blarer i suoi sudditi protestanti chiesero il libero esercizio della religione. Il desiderio e lo sforzo del vescovo invece era di avere il dominio solo sopra cattolici. Egli vendette alla città di Basilea Sissgau dove la nuova dottrina aveva già messo troppo profonde radici. Per poter affrontare meglio i protestanti nelle altre parti del suo territorio concluse a Lucerna il 28 settembre 1579 un trattato, con i Cantoni cattolici della Svizzera, che fu giurato solennemente a Porrentruy i! 13 gennaio 1580. I Cantoni si obbligavano ad appoggiare il vescovo per portare i sudditi eretici alla vera religione cristiana ed alla sottomissione verso il loro legittimo superiore, non volevano però, senza il proprio consenso, alcun uso della fòrza. Uri, che in principio non aveva preso parte al trattato, fu consigliato da Gregorio XIII ad aderirvi;3 il Papa lodò più tardi il vescovo per questa alleanza.4 Blarer stesso predicò fra i protestanti nei circondari di Birseck e Laufen. Poco prima della morte di Gregorio XIII una sentenza arbitrale assicurò ai cattolici come ai protestanti in entrambi i territori libero esercizio della religione, e vietò ogni uso della forza. Maggiori risultati furono raggiunti solo dopo la morte di Gregorio.5 Giacomo Cristoforo, nel prender possesso del suo ufficio, così ne fa l’encomio il suo epitaffio, aveva trovato la sua diocesi quasi oppressa dagli errori e dalle colpe, ma con la sua prudenza e tenacia era stata salvata.6 Portia aveva perciò giustamente giudi- 1 SCHMIDLIN 73. - Ibid. 72. Sul vescovo ausiliare Bär (1550-1611) v. Gfrokeiì nella Zeit-*'hrift far (Ue a,esch fog obérrheins N. F., XVIII (1903), 86-10ä Il 22 novembre 1579, Wirz 415. * Il 10 maggio 15S0, ibid. 420. Fiala in Freil>. Kirchenlex. II2, 903 s. Duìbaiter III, 355. Duhb I, 476. fr- Konstantin Schmidlin, Das Jahrhundert der politisch-religiösen ümwäl-'“»ffrii in iirjì ^entgehen Yogtcien des ehemaligen Fürsten!iiins, Itasel 1502-.',0s (estratto dai Geschieht »blättern IV), Laufen 1908-1910, parte II, e inoltre ix|iK nella Zeitschrift für schweizerische Kirchen gesch. VI, tx> s. Troxler !'rePara un lavoro su Blarer. 6 Schmidlin III, 69 n.