Invio di uno speciale nunzio nella Svizzera. 519 Luxsinger di Schwyz veniva richiesto pressantemente in Roma l’invio di un Nunzio. Quelli di Lucerna temevano che Ja posizione del loro capitano della guardia di Roma Iost Segesser potesse venir minacciata .¡alla presenza di un nunzio nel territorio svizzero, e accolsero l'intervento di Luxsinger, tanto peggio, perchè si diceva che egli arbitrariamente aveva diretto un’istanza ufficiale al papa su la faccenda. Essi domandarono quindi che venisse chiesto conto a Luxsinger, e stimolarono i sette Cantoni cattolici il 21 febbraio 1578 di spiegare in una lettera :i Gregorio XIII: che se Luxsinger aveva domandato un nunzio, questo, era avvenuto alPinsaputa e contro la volontà dei Cantoni: l’invio ti mi tale nunzio in questo momento darebbe occasione a diffidenti sospetti, e che perciò non andava: che Segesser bastava loro per tutti i ìiegozi, e die il papa anche in seguito si potrebbe servire del coman-liante della guardia nelle sue trattative con loro. In una guisa anche più ; spi. si espresse Lodovico Pfyffer in una sua lettera al cardinale Marco Sittkh von Hohenems.1 In un contrasto assoluto con i punti di vista della parziale ed egoistica Lucerna, Melchiorre Lussy di Stans, assieme a Pfyffer il più importante rappresentante dei cattolici della Svizzera,2 sosteneva la necessità di un nunzio. Ugualmente si espresse il comandante di Uri, Gualtiero Roll.3 II 17 marzo 1578 si unì anche il Cantone di Schwyz al progetto di Uri, Unterwalden e Zug. Ciò nonostante Lucerna restò nel suo contegno negativo.4 Ma proprio allora successe un avvenimento che ebbe per conseguenza l’invio di un particolare nunzio nella Svizzera. Il 15 aprile 1578 Gregorio XIII incaricò il vescovo di Vercelli Giovanni Francesco Bonhomini, che una volta aveva accompagnato san Carlo Borromeo nel suo viaggio in Svizzera, della visita e riforma delle diocesi di Novara e di Como.5 Poiché a que-st’ultima appartenevano pure i territori della Svizzera e della federazione, Bonhomini venne di nuovo a contatto immediato con la Svizzera. Alla metà del luglio 1578 questo vescovo zelantissimo cominciò con la visita dei punti più diffìcili del suo territorio, la Valtellina, dove a memoria di uomo non era più stato alcun vescovo. Egli amministrò ivi a 5000 persone il sacramento della cresima, a 3000 dette la santa comunione, confortò i cattolici accorsi dalle lontane montagne e li incoraggiò a resistere alle innovazioni religiose. Una proibizione per parte del governo delle tre federazioni dette fine intanto il 2 agosto a quest’opera.6 Bonho- 1 Vedi Theiner II, 391 ss. e Segesser, Pfllffer II, 424 n. 2 Cfr. il nostro vol. VIII, 488 ss. 3 Vedi Steffens-Reinhaedt I, 113 s. * Vedi Sammlung der eidgenössischen Abschiede IV, 2, 645; Seoessek, ■Sechtsgesch. von Luzern IV, 429. 5 Steffens-Reinhaedt I, 118-119. 6 Vedi ibid. 133 s., 144 s., 148 s., 150 s., 155 s., 157 s.