Nunziatura di Bonhomini nella Svizzera. 523 cattolico. Le loro debolezze si spiegavano per l’adescamento che veniva da parte di tutti i principi, e per la mancanza di direzione morale da parte dei sacerdoti, che il più delle volte davano cattivo esempio. Con tanto maggiore zelo Bonhomini si interessò del loro miglioramento; egli respinse la dilazione della riforma come avrebbe voluto Lucerna. Fece un’impressione molto buona che il rappresentante del papa, nonostante in principio si trovasse in strettezze economiche, pure desse gratuitamente tutte le dispense, ed ogni genere di grazia.1 Dai luoghi puramente cattolici Bonhomini venne ora dove la popolazione era confessionalmente mista, e in prima in Argovia e Turgovia. Ivi trovò spesso condizioni indicibilmente dolorose. Degli 11 canonici a Zurzach, 10 vivevano in concubinato; pure promisero essi di correggersi. A Rheinau tolto l’abate si trovavano più solo tre religiosi ; l’abate non conosceva il latino.2 Da Rheinau Bonhomini voleva recarsi a S. Gallo, ma quell’abate, Gioiellino Opser,3 credette di dovergli consigliare cautela per timore di una sollevazione dei numerosi protestanti : « Noi non siamo in Italia e neppure nei cinque Cantoni» scrisse egli a Bonhomini. Questi rispose ch’egli non comprendeva ciò che egli avesse voluto dire in una lettera così poco degna, ma doveva rammentare all’abate che non trattasse con disprezzo gli aiuti che gli offriva la Santa Sede.4 Al principio di settembre Bonhomini interruppe la sua sacra visita trattenendosi sei giorni a Costanza. Ivi egli discusse con Ninguarda, sulle faccende svizzere e dei gravi interessi della federazione, come pure su le condizioni religiose di Costanza stessa e si accordò per un modo di procedere uniforme nella visita. Dell’azione del Ninguarda egli riportò una buona impressione; visitò con lui il convento di monache di Mùnsterlingeu e l’antica abazia benedettina di Reiclienau, e fu con lui anche nella rimozione dell'abate Funck di Peterslxausen. La resistenza che incontrò nei suo sforzo per introdurre la clausura a Miinster-linyen, dispiacque molto a Bonhomini. « Per parte dei protestanti, così egli notificava a Roma, sinora non mi è stata fatta alcuna difficoltà. Queste vennero dagli ecclesiastici e dai monaci. Ed ora incominciano le monache, ma Iddio è più potente di tutti loro ».5 La visita del monastero di S. Gallo, Bonhomini dovette rimandarla perchè l’abate si era scusato per essersi recato ai bagni, e allorché finalmente ricomparve non fu possibile parlargli. Il nunzio visitò parecchie 1 Vedi Steffens-Reinhardt I, 447, 452 s., 462 s. 2 Vedi ibid. 481. Ancora nel 1584 Carlo Borromeo invitava la propositura di Zurzach a riformarsi da sè stessa, ed a ricondurre alla Chiesa gli abitanti fli Kadelburg: v. Freiib. Diözesanatrchiv XI, 239 ss. 8 Sui distinti predecessori di Opfer cfr. E. Ziegler, Abt Otmar II, von Gallen. Ein Beitrag zur Geschichte der Gegenreformation in der Schweiz, Zürich 1896. 4 Vedi iSteffens-Reiniiardt I, 467, 472. 6 Vedi ibid. 486.