Il nunzio Sega intorno alle relazioni della Spagna con la S. Sede. 263 zioso memoriale.1 Egli vi descrive dapprima la maniera con cui Filippo II tratta gli affari: le poche udienze e le indescrivibili lungaggini nelle decisioni. Assieme al pieno riconoscimento dello schietto sentimento cattolico del re, egli rimarca con vivacità le sue numerose usurpazioni nel campo ecclesiastico. In opposizione all’opinione comune Sega sostiene che questi abusi non provenivano dai consiglieri di Filippo, ma dal re stesso. Tutte le esitazioni andavano in fumo non appena entrava in campo l’interesse della corona. Così la bolla pontifìcia su la Cruzada veniva pubblicata con gran pompa, mentre l’altra In Coena Domini poteva esser diffusa solo segretamente. Del resto l’autorità civile trova un appoggio nei vescovi, che si preoccupano più di possedere il favore del re che di ascoltare il papa. Sega parla anche dei dispareri nella politica estera. Il re sulla questione portoghese si è ora persuaso dell’imparzialità di Gregorio, nel cui contegno del resto riconosce quello di un papa buono e disinteressato. Intanto si lamenta da parte degli Spagnuoli che la Santa Sede non voglia riconoscere come nemici della religione i ribelli dei Paesi Bassi e che rifiuti il prolungamento del sussidio. All’azione contro l’Inghilterra si opponevano i consiglieri di Filippo. Con giusta severità si esprime Sega contro quegli Spagnuoli, che dopo essersi procurati in Roma i più differenti, favori, diventano poi in Spagna i più fieri nemici della Santa Sede. Sono persone di questa fatta che principalmente mantengono vivo il fuoco della discordia fra il re e il papa. Se il conflitto nel campo della politica ecclesiastica non raggiunse l’acutezza dei tempi degli Staufen, ciò provenne non solo dal fatto che Filippo II come sincero cattolico si arrestava di fronte agli eccessi, ma anche dal motivo che il re come pure il papa erano pienamente persuasi di avere nel protestantesimo un nemico comune. Sega non ne dubitava. Gregorio e Filippo, diceva egli, vanno paragonati a due commercianti che malgrado tutti i dissensi giuridici giammai spezzeranno fra loro le mutue relazioni.2 Sega non nasconde al suo successore come sia diffìcile la posizione in seguito alla costante violazione della giurisdizione ecclesiastica per parte del governo spagnuolo, e come sia oltremodo 1 * « Instruttione a Msgr. vesc. di Lodi intorno al carico del Nuntiato dì Spagna» in data di Madrid 31 luglio 1581, spesso manoscritta; così ¡Biblioteca Vaticana, Barb. LVI, 32; Biblioteca Chigi in Roma G. I, 11; Biblioteca Corsin'i 33-E-13, p. 525 (con un falso titolo per cui Lammer, Zur Mrcliengeschichte 121 fu portato in errore); Biblioteca del monastero <1,;i SS. Quaranta in Roma: Cod. Misceli. 8, p. 351 s. Gachard (Bibl. Cordini, 43 s.) pone terraneamente l’atto nel 1579. La data è 31 lugUo 1581 ed è indubitato che ne sia autore Sega : v. 111 no.i osa 242, n. 1 e Torne 190, n. 2. 2 Ugualmente come Sega si espresse Morosini nel 1581 ; v. Alberi I, 5, 329. Cfr. Maffei XI, 168.