654 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 9. e il dominio Spagnuolo in Fiandra era doppiamente minacciato. Con la defezione dell’arcivescovo di Colonia i novatori ottenevano nel collegio dei principi elettori la maggioranza dei voti, i progetti del partito calvinista del Palatinato di metter da parte gli Asburgo e rovesciare l’intiera costituzione dell’impero non sarebbero stati allora più un semplice sogno, la Germania poteva sciogliersi in una sequela di piccoli stati e nell’impero sarebbe proprio finita la restaurazione cattolica, e la guerra dei 30 anni sarebbe scoppiata alcuni decenni prima. Alla stessa guisa della maggior parte delle altre diocesi di Ger mania, anche quella di Colonia soffriva dello stesso male dopo la fine del Medio Evo, inquantochè i migliori posti del capitolo erano accessibili solo airaristocrazia. Questi canonici, di nascita nobile, o principesca, fare-vano adempiere il loro servizio corale a mezzo di Beneficiati, essi poi vivevano nei godimenti delle loro ricche entrate ugualmente come i loro colleghi secolari. È facile comprendere, che questa gente nella nomina del vescovo ricercasse tutt’altro che lo spirito ecclesiastico, e l’attaccamento all’antica fede. La conseguenza fu che vennero inalzati alla sede vescovile uomini di sentimenti mondani che avevano fatto naufragio, non solo nei costumi ma pure nella fede. Già alla fine del pontificato di Paolo III Ermanno von Wied un arcivescovo di Colonia, dimentico del proprio giuramento, aveva fatto il tentativo di condurre i suoi sudditi al protestantesimo. Ma egli p. ■ l’impresa con la perdita della sua dignità.1 Diciotto anni appresa >. l’arcivescovo di allora, il principe elettore Federico von Wied, fu sii molato a fare lo stesso tentativo dai protestanti conti della Wettera e dapprima di permettere l’ammissione di canonici novatori col soppi i mere gli obblighi che vi si opponevano. Se Federico nonostante il " sentimento per metà protestante non aderì al progetto dei suoi colleglli, ciò avvenne perchè potè atterrirlo fra l’altro la sorte del suo parente. Fra tanto anche a Colonia si intese l’influenza della restaurazione cattolica. Pio V, come la maggioranza del capitolo di Colonia, voleva eia* Federico facesse la professione di fede Tridentina. Poiché egli non volle saperne, nell’autunno 15t57 dovette rinunziare.2 Quindi quando ora la sede di Colonia fu occupata dal conte Salentino von Isenburg, il capitolo di Colonia richiese da lui nella stessa capitolazione elettorale rassicurazione giurata che se il papa domandasse da lui che giurasse la professione di fede di Trento, egli non si rifiuterebbe. Salentino von Isenburg aveva sentimenti cattolici, ma come ultimo della sua dinastia giudicava l’arcivescovado di Colonia, solo come posto transitorio, e perciò egli evitò di ricevere gli ordini sacri, e rifuggì dal pagare la tassa per la conferma, e daì-l’emettere la professione di fede di Trento. Pio V gli rifiutò la con- 1 Cfr. la presente opera voi. V, 483 s., 528, 560 s. 2 Ritter I, 290, 473. Ofr. la presente opera voi. Vili, 465.